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Africa nuova frontiera dell'intolleranza anti-cristiana: un editoriale

Africa nuova frontiera dell'intolleranza anti-cristiana: un editoriale

Il primo numero del 2020 della rivista dei padri bianchi Africa si apre con l’editoriale di Pier Maria Mazzola dal titolo “Il pericolo di credere”, sul difficile tema della persecuzione contro le minoranze cristiane nel mondo. Una persecuzione che, spesso, approfittando o innescando opportunamente dissapori di carattere etnico-religioso, nasconde invece interessi economici o politici. «Non va insomma sempre definito odium fidei qualsiasi “fenomeno oppressivo” che bersagli i cristiani», chiarisce Mazzola.

L’intolleranza classificata come “religiosa” sta dilagando, con manifestazioni sempre più inquietanti, anche in Africa, continente contraddistinto come «dominio della tolleranza, anzi della convivenza, rispettosa e pacifica, di credo diversi», ma che oggi, spiega il Rapporto 2017-19 della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), si scopre «nuovo fronte del fondamentalismo islamico». Nel 2018, aggiunge il Rapporto, ben 35 religiosi su 40 sono stati uccisi in Africa, mentre nei primi nove mesi del 2019, 14 (di cui una suora) su 18.

L’articolo passa in rassegna il caso della Nigeria sotto la morsa di Boko Haram, movimento jihadista che ha fatto del Paese una provincia dell'Isis; parla anche della difficile situazione del Sahel, attraversato da bande e gruppi armati che si contendono il territorio per controllare le risorse e i traffici che vi transitano; cita anche la crescente conflittualità che si registra nel Burkina Faso, bersagliato dagli attentati terroristici. L’editoriale di Mazzola si chiude con un passaggio sul difficile caso dell’Eritrea (Adista ne ha dato conto qui e qui) dove il regime di Isaias Afewerki – in reazione alla lettera pastorale dei vescovi che ad aprile scorso chiedevano riconciliazione e giustizia per tutti – ha rispolverato una vecchia e mai applicata legge sulla laicità per sottrarre alla Chiesa strutture sanitarie e scuole, azzerando di fatto la possibilità del mondo cattolico di incidere a livello sociale, fornendo servizi di qualità e a basso costo per le persone più disagiate.

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