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No alle armi nel porto di Genova

No alle armi nel porto di Genova

GENOVA-ADISTA. A proposito delle gravi responsabilità del governo italiano nel transito di materiali militari nei porti, l’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia (Opal) comunica di aver presentato, insieme a The Weapon Watch di Genova (Osservatorio sulle armi nel porti europei e del Mediterraneo), un esposto alla Procura della Repubblica di Genova.

«L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (Opal) con sede a Brescia e The Weapon Watch, l’Osservatorio sulle armi nel porti europei e del Mediterraneo con sede a Genova ribadiscono il loro comune impegno nella denuncia delle responsabilità del governo italiano e delle aziende fornitrici di armamenti e munizioni che alimentano la guerra in Yemen con pesantissime conseguenze sulla popolazione civile locale», si legge nel comunicato delle due organizzazioni, che «chiedono alle autorità italiane che autorizzano l’esportazione e il transito degli armamenti una maggiore trasparenza sulle responsabilità e il rispetto delle leggi nazionali (la legge 185/1990) e dei trattati internazionali (in particolare del Trattato internazionale sul commercio delle armi convenzionali), nello spirito dell’art. 11 della Costituzione italiana che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. A tal fine The Weapon Watch ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Genova in occasione del passaggio in porto il giorno 17 febbraio 2020 della nave saudita “Bahri Yanbu”, nave per la quale abbiamo fondate e documentate informazioni relative al suo carico di armi ed esplosivi destinati alle Forze armate saudite e degli Emirati Arabi Uniti, armi ed esplosivi che potrebbero essere impiegati contro la popolazione civile yemenita, per commettere crimini di guerra, in violazione dei Trattati internazionali e delle Convenzioni di Ginevra del 1949».

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