
Silvia Romano, Focsiv: polemiche sulla conversione «un gioco al massacro opportunista»
Avvenire pubblica oggi una lettera del presidente nazionale della Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (Focsiv), Gianfranco Cattai, che interviene commentando la reazione di alcuni politici e organi di informazione sulla liberazione e, in particolare, sulla possibile conversione di Silvia Romano.
Cattai si dice «amareggiato e molto preoccupato» per le assurde polemiche che hanno accompagnato il bentornato a Silvia. Come se, aggiunge, la sua conversione rendesse meno opportuna la sua liberazione.
«Ai soloni che pontificano strumentalizzando i fatti – riporta il sito della Focsiv – mi verrebbe solo da dire di ascoltare almeno Domenico Quirico, un giornalista che ha vissuto sulla sua pelle il rapimento e che ha saggiamente invitato a dare tempo al tempo, a rispettare i momenti del “rientro”, a non strumentalizzare le prime sensazioni. Difficile anche solo immaginare quello che ha sofferto. Difficile pensare alle condizioni fisiche, psicologiche e spirituali reali di Silvia».
In molti, denuncia il presidente della Focsiv, hanno approfittato di questa circostanza «per aumentare la cultura dell’odio, la diffidenza nei confronti di chi si adopera per la solidarietà internazionale, la cooperazione, il volontariato», con «un gioco al massacro a fini opportunistici». E questo è «un modo irresponsabile per far confondere agli occhi di tutti noi natura e valore dell’islam rispetto al terrorismo islamico». Nessuno sa nulla sulle circostanze della possibile conversione di Silvia, aggiunge, «ma mi disgusta che molti approfittino della situazione per metterci l’uno contro l’altro. Un certo giornalismo e una certa politica non sono certo al servizio dell’informazione al cittadino e della ricerca della verità!».
A proposito, Cattai ricorda che per il 14 maggio papa Francesco ha promosso una giornata di digiuno e preghiera dopo il Documento sulla Fratellanza Umana, siglato insieme al grande imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyeb. La giornata, ricorda il presidente, «sarà insieme, nel tempo della pandemia, per testimoniare la propria fede e l’appartenenza all’unica famiglia umana. Insieme, nell’impegno di tradurre la vita dello spirito in attenzione concreta al prossimo, in gesti di misericordia».
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