
Regolarizzazione lavoratori migranti stranieri: primo passo, ma non basta
ROMA-ADISTA. Regolarizzazione lavoratori migranti stranieri: è un primo passo ma non basta. È quanto sostiene la campagna “Ero straniero” all’indomani della pubblicazione del decreto “Rilancio”, in cui è contenuta la norma.
«La misura approvata, che prevede la possibilità per i cittadini stranieri senza documenti di essere regolarizzati in seguito alla stipula di un contratto di lavoro, anche se solo in alcuni settori – spiega “Ero straniero” – rappresenta un primo passo importante, seppur parziale, verso il riconoscimento dei diritti e la tutela della dignità di centinaia di migliaia di persone straniere presenti nel nostro Paese, obiettivo su cui da tempo siamo impegnati».
La campagna (promossa fra gli altri da Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Centro Astalli, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, Federazione Chiese evangeliche in Italia, Acli, Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo) riconosce la bontà del provvedimento. «Tuttavia – continuano i promotori –, non possiamo non ribadire che, per una reale efficacia dell’intervento, sarebbe stato necessario un allargamento quanto più possibile della platea dei beneficiari: innanzitutto non limitando l’accesso alla procedura di regolarizzazione prevista al comma 1 ai settori agricolo, di cura e lavoro domestico, ma aprendo anche agli altri comparti. Troppo restrittivi poi i requisiti richiesti al cittadino straniero per poter chiedere il permesso di soggiorno di 6 mesi per cercare un lavoro, previsto dal comma 2: saranno pochissimi quelli che potranno accedervi. La garanzia di un contratto non è già un elemento sufficiente perché la persona assunta possa vivere dignitosamente e contribuire alla società? Che senso hanno queste limitazioni se l’obiettivo della misura è il contrasto dell’invisibilità, con tutte le gravi conseguenze sul piano economico, sanitario e di sicurezza sociale che tale condizione comporta? Se si vuole realmente essere incisivi su quel terreno e ottenere risultati concreti, nell’interesse del Paese, occorre dare a quante più persone possibili l’opportunità di vedersi riconoscere diritti e tutele e prevenire la creazione di ulteriore irregolarità: per questo continueremo a lavorare affinché si arrivi presto a una riforma complessiva della legislazione attuale in materia di immigrazione con l’approvazione in Parlamento della nostra legge popolare».
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