
Nora McKeon su “Avvenire”: Il destino del pianeta e il «valore sociale, culturale, spirituale del cibo»
«Viviamo un contrasto tra due modi di approvvigionamento» del cibo per la popolazione, afferma, in un’intervista ad Avvenire, Nora McKeon, ex funzionario Fao e docente al master in Human development all’università Roma Tre. «Da un lato un approvvigionamento globale alimentare controllato dalle grandi multinazionali con la complicità, va sempre ricordato, di governi. Un modello dominante, fonte di grande malnutrizione, ma anche di problemi per la salute, del cambiamento climatico. Dall’altra parte vi è la crescita di movimenti per l’agricoltura familiare e agroecologia e una crescente sensibilità sul mal funzionamento del sistema alimentare dominante. La pandemia ci ha rivelato le fragilità delle catene alimentari dominanti: il cibo non si muove più e, dovendo fare il giro del mondo, non giunge a destinazione. A un tratto abbiamo visto che i lavoratori agricoli impossibilitati a spostarsi da un Paese all’altro, spesso senza diritti, sono essenziali in questo sistema dominante. Intanto si è dimostrata più resiliente la produzione di cibo da agricoltura familiare e la commercializzazione su mercati territoriali rispetto al modello che ci propone cibo anonimo nei supermercati».
Secondo la docente «bisogna innanzitutto cambiare i paradigmi contro la narrativa dominante di un produttivismo necessario per sfamare un popolazione in continua crescita. Non è vero, di cibo ce n’è abbastanza: vi è un problema di accesso, di diseguaglianza. Già oggi sono 3 miliardi i piccoli agricoltori nel mondo, responsabili del 70% del cibo prodotto».
In secondo luogo, conclude, «importante è poi svelare il prezzo reale del cibo: quello processato nei supermercati costa meno perché fa pagare tutti gli impatti negativi, sociali e ambientali, alla comunità. Se si calcolasse il vero prezzo, il cibo processato risulterebbe molto di più caro di quello agroecologico. Le persone, non gli individui consumatori, devono riappropriarsi del valore sociale, culturale, spirituale del cibo».
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!