
Beirut é devastata. L'appello del card. Rai per un Fondo Onu che gestisca gli aiuti
A seguito della terribile esplosione che il 4 agosto ha devastato Beirut, il card. Béchara Boutros Rai, patriarca d’Antiochia e di tutto l’Oriente, presidente dell’Assemblea dei patriarchi e vescovi cattolici del Libano, ha lanciato il 5 agosto un “appello agli Stati del mondo” perché aiutino il suo Paese a uscire da questa immane tragedia e a risollevarsi. Nel testo che ha inviato al Sir (5/8), il patriarca maronita dice di Beirut che «è una città devastata, è una catastrofe», una «scena di guerra senza guerra. Distruzione e desolazione in tutte le sue strade, quartieri e case. Dozzine di cittadini hanno perso la vita; migliaia sono ferite; distrutti ospedali, chiese, case, istituzioni, hotel, negozi, palazzi pubblici e privati. Centinaia di famiglie sono rimaste senza tetto». E questo accade con «lo Stato che si trova in una situazione di bancarotta economica e finanziaria che lo rende incapace di affrontare questa catastrofe umana e urbana. Inoltre, il popolo libanese vive in uno stato di povertà e miseria».
Rai ringrazia «tutti gli Stati che hanno espresso la loro disponibilità ad aiutare Beirut» e si rivolge «agli altri Paesi fratelli e amici, ai grandi Stati, nonché alle Nazioni Unite» affinché forniscano «aiuti immediati» per salvare la città di Beirut, «un aiuto – sottolinea – che non deve tenere in conto nessuna considerazione politica, perché ciò che è accaduto va oltre la politica e i conflitti».
Più concretamente il card. Rai propone di istituire un «Fondo controllato dalle Nazioni Unite» per gestire gli aiuti. «Faccio appello a tutti voi, Stati del mondo – conclude fiducioso – perché so che amate il Libano e che risponderete a questa chiamata. So quanto volete che il Libano riacquisti il suo ruolo storico al servizio dell’umanità, della democrazia e della pace in Medio Oriente e nel mondo».
*Foto di Haytham El Achkar/Getty Images, immagine originale e licenza
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