
Democrazia sempre a rischio: si accende il dibattito sulla riforma elettorale in Congo
Il nodo della discordia, nella Repubblica Democratica del Congo post Kabila, sembrerebbe essere ancora una volta l’ex presidente Joseph Kabila, alleato di governo nella coalizione che sostiene l’attuale presidente, Félix Tshisekedi, ma ancora saldamente al potere per quantità di seggi in Parlamento e posizioni strategiche occupate.
In particolare, Kabila non riesce proprio a digerire il disegno di legge di riforma elettorale presentato dal cosiddetto G13, una task force trasversale che riunisce membri di tutti i partiti politici e anche esponenti della società civile. L’intenzione della nuova legge – che nasce dal confronto serrato con le opposizioni e anche con l’arcivescovo di Kinshasa, mons. Fridolin Ambongo – è mettere mano una volta per tutte, in vista delle elezioni 2023, al processo elettorale e soprattutto rendere davvero “indipendente” dal potere politico la Ceni, la Commission Electorale Nationale Indépendante, accusata di aver assecondato gli interessi dell’ex presidente anche nelle ultime controverse elezioni.
Sulla questione è intervenuto il segretario generale della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (Cenco) p. Donatien Nshole, che in seguito alle elezioni presidenziali del 2018 aveva denunciato l’incoerenza tra i risultati elettorali diffusi dalla Ceni e quelli rilevati dagli osservatori della Cenco. Riferisce Vatican News che p. Nshole avrebbe esortato i politici congolesi a concludere il percorso di riforma elettorale pensando non ad interessi di parte ma al bene e alle aspirazioni del popolo congolese: «Ponetevi sempre al servizio di chi ha scelto il cambiamento; dedicate il vostro tempo di lavoro per approvare leggi che promuovano la democrazia piuttosto che gli interessi di parte. In questa prospettiva, la riforma della legge elettorale, al fine di depoliticizzare la Ceni, è più che necessaria». E se è vero che i politici devono instaurare processi democratici, è altrettanto vero che anche i cittadini e le organizzazioni della società civile devono fare la loro parte per vigilare e proteggere la democrazia. Al popolo congolese, il segretario generale della CENCO ha chiesto di «bloccare il percorso di qualsiasi partito politico di maggioranza o minoranza che potrebbe voler prendere in ostaggio il nostro Paese e il nostro futuro con l'inganno politico».
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