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Il pastore Luca Negro (FCEI) sul superamento dei decreti sicurezza: attendiamo con fiducia

Il pastore Luca Negro (FCEI) sul superamento dei decreti sicurezza: attendiamo con fiducia

«Se finalmente approvati, i provvedimenti tesi a superare i così detti Decreti Salvini in materia di immigrazione potranno rimettere le politiche migratorie italiane sui binari del diritto d'asilo, della legalità costituzionale e dei principi umanitari». Lo afferma Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), a seguito delle parole del presidente del Consiglio  Giuseppe Conte nell’intervento che ha indirizzato il 26 settembre al Festiva dell’Economia di Trento: ha promesso che i decreti sicurezza saranno riscritti «al primo Consiglio dei Ministri utile», con un «progetto ampio» per garantire «un meccanismo di protezione per i cittadini e per i migranti».

«Ovviamente aspettiamo l'approvazione dei testi – ha perciò aggiunto Negro –, ma per come sono stati proposti contengono tre novità positive: il recupero della protezione umanitaria, il ripristino di un sistema di accoglienza orientato anche all'integrazione e la cancellazione delle multe milionarie alle ONG che svolgono missioni di ricerca e soggiorno nel Mediterraneo. Si tratta di misure doverose sotto il profilo umanitario e costituzionale, che hanno anche un’intrinseca razionalità politica: i decreti che promettevano "sicurezza", infatti, hanno ottenuto effetti esattamente opposti, spingendo verso l'irregolarità migliaia di immigrati che avevano avviato un percorso di inserimento sociale. Al tempo stesso, contrastando le ONG hanno impedito operazioni di soccorso in mare pienamente legittime sotto il profilo legale e umanitario».

«Come cristiani evangelici affermiamo – ha detto inoltre – che il bene della sicurezza non ha colore né nazionalità, vale per tutti, per gli italiani come per gli immigrati. Allo stesso tempo ribadiamo che la sicurezza di tutti è sorella del diritto umanitario e che non possiamo rivendicare la prima senza considerare anche il secondo».

«Purtroppo – ha concluso – il segnale positivo che arriva dall'Italia non è rafforzato dagli orientamenti europei che, nonostante una svolta annunciata, restano segnati da egoismi nazionali e dalla genericità della proposta di aprire vie legali e sicure alternative all'immigrazione irregolare».

*Foto tratta da pikist.com, immagine originale e licenza

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