
Violenza sessuale e di genere in Africa: impennata di casi durante il lockdown
“La pandemia ombra” (the shadow pandemic) è il nome che le Nazioni Unite hanno utilizzato per descrivere la stretta correlazione tra i lockdown imposti per il contenimento della pandemia e la violenza sessuale, in particolare dentro le mura di casa. «Se prima dell’emergenza Covid-19 – spiega un articolo pubblicato sul sito del periodico comboniano Nigrizia – il dato già allarmante era che una donna su tre in tutto il mondo ha subito violenza fisica o sessuale, oggi le cifre sono fuori controllo. Sia quelle relative agli abusi sessuali, sia quelle che vanno sotto l’acronimo inglese Vawg, violenza contro donne e ragazze».
Ma la violenza sessuale e di genere, in Africa, non sembra voler passare più sotto silenzio, segnala la giornalista Antonella Sinopoli nell’articolo. In Namibia le donne conquistano le prime pagine di giornali con le loro manifestazioni contro la violenza di genere. In Sudafrica, da anni, e anche in piena pandemia, si susseguono proteste di donne. In Nigeria l’esperienza di Ster (Stand to end rape-Alzati per mettere fine allo stupro), nata nel 2014 dall’esperienza di una donna abusata, ha sostenuto numerosissime donne nel percorso di guarigione dalle ferite della violenza. Nella periferia di Nairobi, in Kenya, una “Safe House” accoglie una trentina di donne vittime di violenza sessuale con i loro figli. «Quasi 4mila studentesse sono rimaste incinte nei sei mesi in cui le scuole sono state chiuse per il lockdown», spiega Nigrizia. «Nella maggior parte dei casi le ragazze sarebbero state violentate da parenti e persino da agenti di polizia. La pandemia, che ha tenuto lontano le ragazze dalle aule, ha portato dunque a un incremento di violenze, gravidanze precoci e matrimoni forzati allo scopo di trovare una soluzione alla crisi economica che, evidentemente, si è abbattuta sulle famiglie più vulnerabili e prive di un sostegno economico stabile».
«A sostegno del fatto che la pandemia abbia peggiorato notevolmente la situazione, si cita questo dato», aggiunge la giornalista: «Dal primo caso di Covid-19 nel Paese (Repubblica Centrafricana, ndr) il 97% delle vittime di violenza sono state donne e il 76% di queste sono minorenni. Anche in Liberia (per citare un’altra area del continente) si è registrato un aumento del 50% della violenza di genere nella prima metà di quest’anno».
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