
Il Movimento per il Celibato Opzionale commenta l'enciclica "Fratelli tutti"
Comunicato del MOCEOP (Movimento Celibato Opzionale) *
sull’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco - Traduzione a cura di Lorenzo Tommaselli
Con grande soddisfazione abbiamo ricevuto l’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale, ispirata a san Francesco d’Assisi. La lettera trasuda valori evangelici e attualizza per noi il messaggio di Gesù per il nostro mondo di oggi a partire dal personale, dal quotidiano, dalla politica e dalle istituzioni. Si tratta di un’opzione profetica, sociale e politica (nel senso più completo della parola).
È un testo pieno di speranza che, di fronte alle ombre di un mondo chiuso, ci incoraggia a creare un mondo aperto per tutti con un significato universale; con l’impulso comunitario si può realizzare una vita più dignitosa e più bella nella quale tutti abbiamo terra, casa e lavoro, perché siamo convinti che o ci salviamo tutti o nessuno si salva.
Sosteniamo le parole di Francesco perché trasmettono convinzione, umanità, chiarezza. Potremmo dire che ci conferma nella nostra fede nel fratello, nella cura del ferito, nella tenerezza sociale e politica, nella proprietà privata con funzione sociale, nella dignità della vita senza pena di morte e senza l’ergastolo, nella pace sociale e politica senza lotte o discussioni sterili.
Nell’enciclica Francesco ai lettori chiede più volte di confrontarsi con sé stessi: cosa posso fare io in democrazia, economia, giustizia, diritti umani, rispetto? Di fronte a questo richiamo di atteggiamenti evangelici, ci chiediamo: potremmo passare oltre e non sostenere e diffondere questa lettera papale quando da anni sogniamo una società fondata nella libertà, uguaglianza e fraternità, come afferma Francesco e come annuncia Gesù nel suo Vangelo?
Ecco perché come MOCEOP apprezziamo molto questa enciclica per il suo grande contenuto sociale. Se fosse realizzata, il mondo certamente sarebbe molto più abitabile, fraterno e giusto, poiché il Regno di Dio predicato da Gesù si realizzerebbe nel nostro mondo attuale. Parla dell’“amore politico” come forma di partecipazione non tanto nella politica partitica, quanto in quella partecipativa: considera i movimenti popolari come “poeti del sociale”; bisogna sognare un altro mondo possibile e realizzarlo dal basso: “senza di loro la democrazia si atrofizza”.
Ma, sebbene valutiamo positivamente quest’enciclica, pensiamo che sia necessario applicare tutto questo all’interno della Chiesa e di questo Francesco non dice quasi nulla.
Non possono esserci relazioni fraterne nella Chiesa o amicizia sociale quando ci sono gerarchi con posizioni dittatoriali che non ammettono il dialogo e si comportano come leader superiori più interessati alle operazioni immobiliari e finanziarie che allo svolgimento di un compito pastorale, essendo, come sono, dei fratelli insieme a tutti i loro fratelli.
Per realizzare la fraternità e l’amicizia sociale nella Chiesa, sarebbe necessario cambiare alcune strutture ecclesiali e modi di agire che costituiscono “ombre di un mondo chiuso” come lo Stato del Vaticano, il papa come capo di Stato, nunziature, concordati, privilegi finanziari, titoli e appellativi ecclesiastici, diritto canonico, liturgie ancestrali, dogmi inamovibili, proprietà e ricchezze, disuguaglianza delle donne; ed è scarso o non vi è alcun riferimento alla prospettiva di genere in tutto il documento ed al rispetto dei diritti umani all’interno della Chiesa
Noi del Moceop vogliamo una Chiesa comunitaria, comunità di comunità di uguali; povera e dei poveri e delle povere, Chiesa in uscita al servizio del Regno, una Chiesa samaritana ... E ci impegniamo a realizzarla a partire da piccole comunità fraterne e sororali, declericalizzate e pronte al servizio.
Sarebbe necessario trarre conclusioni da questa enciclica per applicarle alla Chiesa.
Siamo grati a Francesco per averci donato questa magnifica enciclica così sociale, così ricca di valori evangelici e così necessaria per essere applicata nel nostro mondo. Lo incoraggiamo nel suo impulso di rinnovamento ...
Invitiamo tutti a leggerla per cercare di metterla in pratica.
* Il Moceop nacque nel 1977 in Spagna. Quell'anno, un prete di un quartiere di Madrid voleva sposarsi ei parrocchiani della sua parrocchia non capivano perché avrebbe dovuto per questa raqgione lasciare il suo ministero parrocchiale. Decisero di incontrarsi e scrissero una lettera chiedendo alla Chiesa di affrontare il problema. Da lì è nato il Moceop.
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