
Angelo Bonelli: "bloccato da Matteo Renzi il no alle trivellazioni petrolifere"
Lo stralcio dal decreto “milleproproghe” dell’art. 20 riguardante la moratoria su nuovi permessi di ricerca di idrocarburi, mediante trivellazioni o altro, secondo il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, ha un colpevole: «Non vi è alcun dubbio, dalle informazioni che disponiamo – afferma in una dichiarazione di oggi – che sia stata Italia Viva di Matteo Renzi a chiedere nella verifica con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte di stralciare l’art.20 dal decreto mille proroghe».
Non è inverosimile l’ipotesi di Bonelli. Basta ricordare che il “Decreto Sviluppo” del governo di Matteo Renzi riavviava i procedimenti relativi a progetti estrattivi (interrotti nel 2010) e che nulla potè il referendum anti-trivellazioni del 2016 perché non fu raggiunto il quorum.
Poi venne il primo governo di Giuseppe Conte e con esso, per iniziativa dei 5Stelle, il “Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee” (PiTESAI), «volto a valorizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica» delle ricerche energetiche, che sospendeva «tutte le attività di prospezione, esplorazione e ricerca di idrocarburi a terra e a mare (…) con una moratoria di 18-24 mesi».
«Domando al M5S – chiede ora Bonelli – per quale motivo abbia subito questo diktat dal partito di Renzi non riuscendo ancora a presentare con i suoi due ministri Costa e Patuanelli il piano (PiTISEAI) previsto dal decreto legge 135/2018 all’art.11 ter che era condizione essenziale per l'efficacia della moratoria».
«In base ad una proroga concessa nel febbraio del 2020 – continua l'esponente dei Verdi – il piano dovrà essere adottato entro l'11 febbraio del 2021 e ad oggi non è stata avviata alcuna procedura prevista dal DL 135/2018 e quindi l’art. 20 del decreto mille proroghe era strategico per dare tempo al Ministero dell'ambiente e dello sviluppo economico il tempo di riuscire a realizzare il Pitesai che per le ricerche a mare necessita di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) mentre per quelle in terra dell'accordo della conferenza unificata: gli addetti ai lavori conoscono i tempi che sono necessari per la predisposizione della VAS che porteranno a non riuscire ad adottare il piano nei termini previsti dalla legge».
«Come sarà possibile – chiede Bonelli – costruire una strategia energetica nazionale che centri l’obiettivo del 100% rinnovabili prima del 2050 se il governo punta ed investe sulle fonti fossili e blocca gli impianti di energia rinnovabile? Al largo di Rimini è stato bloccato un impianto di energia eolica da 330 MW a causa dell’opposizione dell'amministrazione locale, della Regione Emilia Romagna e di molti parlamentari come il deputato di Italia Viva Marco Di Maio». Perché, conclude ironico Bonelli, «non c'è scandalo se di fronte a Rimini sono decine le trivelle che bucano il fondale marino alla ricerca di idrocarburi, lo scandalo è rappresentato dalle pale eoliche che rovinerebbero il paesaggio». «“Trivelle sì, Eolico No”: è questo il vero scandalo che compromette la transizione energetica nel nostro Paese perché la lobby del petrolio in Parlamento è forte nonostante sia contro il futuro e la storia».
*Foto di Ðeepak Kumar da Pixabay, immagine originale e licenza
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