
Munizioni italiane nella repressione in Myanmar: ora i chiarimenti
Sul ritrovamento di bossoli di munizioni made in Italy in Myanmar, utilizzate presumibilmente dall’esercito golpista per un agguato contro un’ambulanza, si è parlato sul sito di Adista il 10 marzo scorso.
A una ventina di giorni dalle denunce della società civile pacifista, Amnesty International Italia, Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo, Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia, Italia-Birmania.Insieme e Rete Italiana Pace e Disarmo hanno inviato una richiesta di chiarimenti all’azienda Cheddite Italy Srl di Livorno, produttrice delle munizioni rinvenute sul campo e utilizzate, inoltre, «dalle forze di sicurezza contro i manifestanti nei giorni successivi» e in numerose altre località del Paese.
«Dal colpo di Stato militare del 1° febbraio 2021 – spiegano i pacifisti – la popolazione ha organizzato manifestazioni ovunque, principalmente non violente. La risposta delle forze di sicurezza e dei militari, invece, è stata una repressione brutale», con un uso crescente e scientifico dell’esecuzione extragiudiziale. Al momento si contano circa 500 morti e 2570 arrestati tra i manifestanti.
In seguito alle indagini sulle esportazioni, non risultano autorizzazioni dell’Uama alla vendita di munizioni della Cheddite Italy Srl. «È pertanto probabile - chiariscono le associazioni - che tutte le esportazioni di munizioni siano avvenute secondo le norme previste dalla Legge 110/75 (che regolamenta le esportazioni di armi e munizioni di tipo “comune, sportivo o da caccia”) o tramite joint ventures o aziende intermediarie».
Sulla vendita di queste munizioni, nonostante l’embargo Ue imposto dal 1991, e sulla vendita di altre munizioni di differente tipologia e destinazione d'uso, sono giunte anche in Parlamento alcune interrogazioni al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
* Immagine di AMISOM Public Information, tratta dal sito Flickr, immagine originale e licenza. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite
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