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Tutti i dubbi sulle elezioni legislative del 22 maggio in Palestina

Tutti i dubbi sulle elezioni legislative del 22 maggio in Palestina

Previste per il 22 maggio venturo, le prime elezioni dopo 15 anni del Parlamento palestinese  potrebbero slittare. E con esse la successiva scelta del nuovo presidente prevista per il 31 luglio, date, entrambe, concordate nel febbraio scorso dai due partiti, Al Fatah e Hamas. Sono però voci ufficiose, ma un motivo ufficiale per sospenderle, messo avanti da Al Fatah, è che nessuna elezione sarà valida se non vi parteciperanno i cittadini di Gerusalemme est, ai quali, secondo gli Accordi di Oslo, Israele dovrebbe garantire l’effettuazione del voto, cosa avvenuta nel 1996 e nel 2006 (c’è anche chi sospetta che in realtà sia volontà di Al Fatah rimandare la consultazione, temendo di uscirne fortemente sconfitto, dato anche che si prevede un’affluenza id votanti, soprattutto giovani, molto alta).

Spiega il sito web electiondaynews.it, che «questa volta la questione è più complicata. Il trasferimento dell’ambasciata statunitense nella Città Santa ha rafforzato la posizione di coloro che soprattutto nella destra israeliana, non sono disposti a rinegoziare lo status di Gerusalemme, ritenuta l’unica e indivisibile capitale di Israele. Permettere ai residenti palestinesi di votare significherebbe implicitamente mettere in questione l’idea di unicità e indivisibilità. Per i Palestinesi invece qualsiasi elezione senza seggi nella città significa riconoscere implicitamente come valida la posizione israeliana. Secondo Abu Mazen quindi occorrerebbe sciogliere questo nodo prima di qualsiasi ulteriore mossa politica».

Sia come sia, intanto oggi giunge notizia che le Nazioni Unite e i Paesi europei hanno chiesto a Israele di consentire ai 6.300 palestinesi che vivono nella parte di Gerusalemme occupata dallo Stato ebraico dal 1967 di votare alle elezioni legislative del 22 maggio, sottolineando la necessità di un voto «libero, equo e inclusivo».

«Chiediamo alle autorità israeliane – si afferma in una dichiarazione congiunta Estonia, Francia e Irlanda quali attuali membri attuali del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, insieme agli ex membri Germania e Belgio – di facilitare lo svolgimento delle elezioni in tutto il territorio palestinese, compresa Gerusalemme est, in conformità con gli impegni presi negli accordi di Oslo, e di facilitare la partecipazione di osservatori internazionali in tutto il territorio palestinese occupato».

*Un angolo della Gerusalemme Vecchia. Foto tratta da Pexels.com, immagine originale e licenza

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