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2 giugno: festa della Repubblica che ripudia la guerra

2 giugno: festa della Repubblica che ripudia la guerra

ROMA-ADISTA. Ecco l'appello per il 2 giugno del Movimento nonviolento:

«Vogliamo celebrare la Festa della Repubblica perché ci riconosciamo nei valori costituzionali.

Noi cittadini, civili e disarmati per definizione, abbiamo il compito di difenderla, lo dice la Costituzione stessa, che ci affida questo "sacro dovere" (articolo 52).

La Repubblica ripudia la guerra

La Repubblica è fondata sul lavoro

La Repubblica riconosce i diritti umani

La Repubblica promuove l'uguaglianza e la dignità sociale

La Repubblica tutela il paesaggio, la cultura, la ricerca

Il 2 giugno festeggiamo la Repubblica democratica. Noi vogliamo portare la nostra aggiunta nonviolenta affinchè sia anche disarmata, strumento di pace che ripudia la guerra (articolo 11).

Riteniamo che i 25 miliardi di euro che saranno impiegati anche quest'anno per le spese militari vadano contro la Costituzione e sperperino denaro sottratto alle tante necessità attuali (lavoro, sanità, istruzione, cultura, ricerca, protezione civile, pensioni, ecc.). Per questo chiediamo alle istituzioni e alla politica di finanziare la Difesa civile non armata e nonviolenta e diminuire le spese belliche: è l'unico modo per essere coerenti con i principi, i diritti, i doveri e l'ordinamento della Repubblica italiana, democratica e antifascista.

Festeggiamo il 2 giugno con lo spirito civile di una festa di popolo. La pandemia ha di fatto abolito l’anacronistica parata militare. Anche il passaggio delle Frecce tricolori ci appare inadeguato e fuori luogo: altri sono i simboli unificanti della Repubblica. In questa giornata invitiamo tutti ad esporre insieme la bandiera tricolore e la bandiera arcobaleno della pace e della nonviolenza.

Per tutto questo noi celebreremo in modo civile e disarmato il 2 giugno. Saremo in alcune piazze italiane a sostegno della Campagna “Un’altra difesa è possibile” per chiedere meno spese per le armi e più investimenti per la salute, la scuola, il lavoro, l’ambiente, i diritti».

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