
Migranti climatici: siamo ancora in tempo? "Nigrizia" sul secondo Rapporto Growndshell
Il giornale missionario dei comboniani Nigrizia, il 17 settembre, con un articolo di Antonella Sinopoli, legge e commenta il secondo Rapporto Growndshell della Banca Mondiale, che insieme al primo (pubblicato nel 2018) fornisce un quadro globale sui grandi spostamenti di massa causati dai mutamenti delle condizioni climatiche e suggerisce azioni e iniziative urgenti per far fronte al mutamento degli scenari.
«Entro il 2050 – esordisce Nigrizia – almeno 216 milioni di persone saranno costrette a migrare a causa di effetti e conseguenze del cambiamento climatico», la maggior parte delle quali in Africa (86 milioni, il 4,2% della popolazione africana). Secondo il Rapporto, il nord dell’Africa sarà duramente colpito dai cambiamenti climatici, in particolare per la scarsità di acqua.
Insomma, il Rapporto suggerisce che a pagare il prezzo dei cambiamenti climatici non sono tutti i popoli del mondo nello stesso modo, ma saranno le aree più povere e meno sviluppate del pianeta a subire i danni causati dai Paesi più ricchi e maggiormente responsabili del riscaldamento globale.
Singole persone, famiglie e intere comunità si dovranno spostare per diverse ragioni connesse ai cambiamenti climatici: scarsità di acqua potabile, innalzamento dei mari, instabilità agricola, eventi estremi come uragani e inondazioni, piogge continue alternate a lunghi periodi di siccità, anche «stress climatico» dovuto al lento aumento delle temperature.
«Gli scenari prospettati dallo studio non vogliono essere totalmente pessimistici», scrive Sinopoli: «Chi ha redatto il report sembra voler lanciare un messaggio»: «Siamo ancora in tempo. Tutto dipende da quali (e se avverrà) azioni saranno intraprese».
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