
Il nucleare pulito non esiste. Europa Verde risponde a Salvini
«Il nucleare pulito non esiste: Salvini se ne faccia una ragione»: così Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, co-portavoce nazionali di Europa Verde hanno contestato le affermazioni del leader della Lega registrate la settimana scorsa.
In una nota del 2 dicembre scorso, il leader della Lega Matteo Salvini aveva sostenuto che l’Italia deve scommettere sul nucleare di ultima generazione, «sicuro e pulito», per puntare sulla «indipendenza energetica» del Paese. «Ci sono 440 reattori nucleari nel mondo, 56 solo in Francia – aveva sottolineato – . Dieci Paesi europei richiedono energia nucleare accelerata, e la stessa Unione Europea ne parla come di energia verde. L’Italia non può perdere il treno del futuro e dell’innovazione: bisogna già indagare nucleare di ultima generazione, sicura e pulita».
Il giorno successivo aveva lodato il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani per le sue parole, al Consiglio d’Europa a favore del nucleare di terza generazione (da EPR, reattore pressurizzato), in attesa che si possa ricorrere a quello di quarta generazione (reattore da fissione). «Ieri – ha detto intervenendo all’assemblea dell’Udc – ho visto che con coraggio Cingolani ha detto che l'Italia non può rimanere ultima sul nucleare. Il green se non è coniugato con buonsenso e industria ci porta nel burrone».
Di seguito la nota integrale di Bonelli e Evi:
«Il nucleare pulito non esiste: Salvini se ne faccia una ragione. Il regista di questo film surrealista si chiama Roberto Cingolani, un ministro che, esprimendosi a favore dell’inclusione dell’energia nucleare nella tassonomia verde UE senza un mandato del Parlamento, ha voltato le spalle alla democrazia. La Lega e il Ministro Cingolani sono un problema di questo governo che era nato nel segno della lotta alla crisi climatica e che invece sta bloccando la transizione ecologica dell’economia e della società.
Salvini, supportato dall’operato di un ministro che sta sabotando la transizione ecologica, dice di guardare agli altri Paesi europei in fatto di energia, dimenticando di aggiungere che la Germania, con il Ministro di Economia e Clima, nonché leader dei Verdi tedeschi, Robert Habeck, punta sul soddisfacimento di almeno l’80% del fabbisogno energetico nazionale da fonti rinnovabili entro il 2030 e che addirittura Angela Merkel ha lavorato affinché il suo Paese potesse dire addio all’ultima centrale nucleare entro il 2022. E se guardiamo alla Francia, non è difficile vedere che la centrale di Flamanville, tuttora in costruzione, appartiene alla terza generazione plus ed è costata allo Stato 20 miliardi di euro».
L’Italia, conclude la nota, «non deve investire soldi per una fonte energetica costosissima che rappresenta un’ipoteca negativa sul futuro delle nuove generazioni, sottraendo investimenti alle energie rinnovabili che sono notevolmente più competitive dal punto di vista economico rispetto a numerose altre fonti energetiche. È evidente come la presenza della Lega di Salvini in questo governo sia un grave problema che va risolto subito dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, o avviando le consultazioni per una nuova maggioranza o andando a elezioni anticipate».
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