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Buddhisti ed evangelici italiani: collaborazione per il corridoi umanitari

Buddhisti ed evangelici italiani: collaborazione per il corridoi umanitari

ROMA-ADISTA. L’Unione buddhista italiana (Ubi) e la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) avviano una collaborazione finalizzata all’accoglienza di rifugiati arrivati in Italia tramite i “corridoi umanitari” aperti in paesi confinanti con l’Afghanistan nel quadro di un accordo tra la Fcei, la Comunità di Sant’Egidio, la Tavola valdese e i ministeri dell’Interno e degli Esteri.

In particolare, il Protocollo di Collaborazione tra l’Ubi e la Fcei firmato oggi prevede l’accoglienza di venti profughi afghani. L’accordo di collaborazione è valido per tutto il 2022 e sarà rinnovabile per gli anni successivi. L’Ubi sosterrà le attività di accoglienza e di integrazione coordinate e realizzate dalla Fcei, garantendo risorse che copriranno le spese abitative, la scolarizzazione, l’accompagnamento educativo e psicologico, l’apprendimento della lingua italiana, la formazione e l’avviamento al lavoro.

Il progetto si pone l’obiettivo di garantire la protezione umanitaria a individui che, sotto il potere dei talebani che ad agosto hanno preso il potere in Afghanistan, corrono rischi altissimi, non ultimo quello di essere uccisi per le loro idee, la loro fede religiosa, il loro ruolo nel precedente regime. In questo frangente, particolarmente a rischio è la sicurezza di donne che hanno studiato ed hanno ricoperto ruoli importanti nell’ambito della società civile afghana.

«La Fcei e l’Ubi condividono l’impegno civile e sociale per una società aperta, inclusiva e solidale che metta al centro l’individuo, i suoi bisogni, le sue aspirazioni e potenzialità. Intendono anche favorire modelli di comunità basati sui principi della  giustizia e della pace, sul riconoscimento della dignità umana e sul rispetto di ogni forma di vita. Così come l’impegno alla salvaguardia dell’ambiente e degli ecosistemi in un’ottica di stretta interrelazione tra la comunità umana e il pianeta che abitiamo», spiegano Filippo Scianna, presidente Ubi, e Daniele Garrone, presidente Fcei.

 Al tempo stesso Ubi e Fcei si impegnano ad avviare un comune percorso di riflessione e dialogo, finalizzato sia ad approfondire i temi del diritto d’asilo, delle nuove povertà, del disagio sociale, che a proporre ai decisori politici azioni concrete, a livello sia italiano che europeo. In questa prospettiva Ubi e Fcei intendono promuovere incontri, seminari, conferenze e pubblicazioni che esprimano la posizione delle due tradizioni rispetto a temi cruciali del nostro tempo

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