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Dall'Osservatorio sulla transizione ecologica le proposte per

Dall'Osservatorio sulla transizione ecologica le proposte per "riscrivere il Piano energetico nazionale"

Se è vero che interventi per alleggerire le conseguenze dell’aumento dei prezzi e della guerra sono indispensabili, allora è necessario «riscrivere il Piano energetico nazionale (Pniec) entro giugno per definire con precisione quanto fotovoltaico, quanto eolico in mare e a terra, quanto possono dare le altre fonti rinnovabili e un nuovo piano di risparmio energetico».

È la proposta avanzata da Greenpeace, Lega Ambiente e WWF in un documento intitolato “Puntare strategicamente sulle energie rinnovabili, altri ritardi sono inaccettabili” e rilanciato dall’ Osservatorio sulla Transizione Ecologica–PNRR, promosso da: Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Laudato Si’, Nostra (21/3/22).

Il documento  parte dalla considerazione che «il Ministro Cingolani ha annunciato l’approvazione di alcuni parchi eolici che valgono solo 400 MegaWatt e l’intenzione di costruire due rigassificatori galleggianti». «Troppo poco per parlare di svolta nella politica energetica del nostro paese», è la valutazione delle tre associazioni ambientaliste: «400 MegaW sono un ventesimo delle richieste di eolico che Terna ha in attesa di approvazione. Occorre fare seguire alle parole i fatti e le scelte».

Invece, «un piano energetico aggiornato deve avere come primo obiettivo riprendere almeno il ritmo degli investimenti nelle energie rinnovabili del 2010/2013, puntando a 90 GigaW entro 5/6 anni, come propongono giustamente le associazioni ambientaliste, andando oltre gli obiettivi precedenti a causa dell’urgenza di creare alternative al gas».

Ci sono «due precondizioni», sottolineano i proponenti: «la prima sono le autorizzazioni per i nuovi impianti. Il PNRR consente al Governo di adottare decisioni per ottenere l’ok definitivo ai nuovi impianti fotovoltaici entro 30/60 giorni e l’approvazione dell’eolico, in particolare off shore, entro 6 mesi, garantendo gli allacci di Terna all’entrata in funzione degli impianti»; «la seconda sono i finanziamenti. I nuovi impianti fotovoltaici, comprensivi di accumuli, debbono essere agevolati con detrazione fiscale al 100 %, anziché al 50%, fino a 20 kW, installandoli sui tetti delle case e dei capannoni. Questo intervento può essere inserito nel quadro dei bonus edilizi, stanziando un miliardo in più all’anno, cioè meno della metà degli aumenti appena decisi per le spese per armamenti». «Per le armi i soldi si trovano e per gli investimenti energetici no?», è la domanda, retorica ma insopprimibile e incontestabile.

«Questa incentivazione decennale delle rinnovabili – precisa l’Osservatorio – va discussa dal Governo con le imprese e i sindacati per costruire un piano per produrre, installare e l’assistenza degli impianti, puntando a fare crescere la produzione nazionale e l’occupazione».

Il dato di partenza è che «90 GigaW di energie rinnovabili sostituiscono 30 miliardi di metri cubi di gas, pari al 45% di tutto l’import di gas in Italia e tutto il gas russo importato».

Ecco che fare (grassetti originali):

«Per l’eolico off-shore oltre le 12 miglia (20 Km) di distanza dalla costa l’approvazione dei progetti è di competenza del governo centrale e deve avvenire entro 6 mesi. La normativa che oggi congela ed impedisce il repowering e l’aggiornamento dei progetti eolici deve essere modificata in modo da consentire l’installazione dell’ultima generazione di turbine. Terna deve predisporre l’allaccio alla rete elettrica delle turbine, con contratti per l’immissione in rete dell’elettricità prodotta a tariffa concordata per 10 anni.

Le tariffe elettriche per gli utenti vanno rese trasparenti sulla base della effettiva produzione (FER, fossile, altro) dell’energia elettrica venduta al consumatore, in modo da rendere evidente la convenienza dell'apporto delle energie rinnovabili sulle altre fonti.

Piano per la produzione siderurgica connesso alla produzione da energie rinnovabili e di idrogeno verde, che manca. Piano per la produzione di pale eoliche, ecc. e per la produzione di pannelli solari, inverter, batterie di accumulo. Piano di formazione di operatori/manutentori per fotovoltaico ed eolico (compreso offshore).

Uso dell’idroelettrico esistente, non di costosi e inutili nuovi turbogas, per stabilizzare la rete elettrica, anche attraverso i pompaggi. Nuovi investimenti ove possibile con estensione ai piccoli salti d'acqua. Nel mezzogiorno e nelle isole l’idroelettrico può dare un’importante contributo di regolazione all’approvvigionamento idrico dell’agricoltura e del territorio. Occorre introdurre l’obbligo di installazione di impianti solari FV su tutte le nuove costruzioni come in Germania.

Liberalizzazione del mercato delle FER eliminando l’anacronistico obbligo della vendita di energia esclusivamente all’operatore monopolista elettrico. Il cittadino auto produttore di energia deve essere libero di vendere l’energia sul mercato locale e il gestore della rete elettrica deve essere di supporto ai cittadini.

Liberare le comunità energetiche da una normativa controproducente ed eccessivamente vincolante, in modo da ampliarne l’applicazione e il potenzialedi sviluppo.

Creazione di un fondo interbancario per finanziamenti a tassi agevolati con procedura semplificata degli investimenti, senza decurtare gli incentivi.

Ulteriori misure per il fotovoltaico agricolo, biomasse, ecc. per contribuire a realizzare gli obiettivi. Blocco della costruzione di inutili nuove centrali a gas, conferma della chiusura delle centrali a carbone nel 2025. Il PNIEC dovrà tracciare la “road-map” di riferimento per gli investimenti nel settore energetico in Italia, confermando comunque l’esclusione del nucleare da fissione in Italia.

Per l’Osservatorio: Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci, Alex Sorokin».

*Foto tratta da pxfuel.com, immagine originale e licenza

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