
Nord Kivu e Ituri: lo stato d'assedio compie un anno. Il punto di "Africa"
Il 6 maggio dello scorso anno il governo di Kinshasa dava il via ufficialmente allo stato d’assedio in due Province orientali della Repubblica Democratica del Congo, il Nord Kivu e l’Ituri, attraversate più di altre regioni del Paese da conflittualità e violenza provocata da bande ribelli e milizie interessate a controllare il territorio e alle immense ricchezze del suo sottosuolo. Traccia un breve bilancio di questo primo anno la rivista missionaria dei padri bianchi Africa in un articolo del 6 maggio scorso. «A un anno dall’instaurazione dello stato d’assedio i risultati sono contrastanti», vi si legge: «Secondo il Kivu Security Barometer il numero delle vittime dei conflitti armati è quasi raddoppiato, in un anno sono stati uccisi più di 2.500 civili».
Intanto, a un anno di distanza e 23 rinvii, il Parlamento congolese ha prorogato lo Stato d’Assedio fino al 20 maggio, nonostante il voto contrario dai rappresentanti delle due province interessate e dei mal di pancia dimostrati recentemente da media e opinione pubblica.
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