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"‘Sti Vescovi poco profetici...!". Don Scarmoncin solidarizza con don Marco Campedelli e ricorda altri vescovi

Don Franco Scarmoncin, che svolge attività pastorale in parrocchie di periferia nella provincia di Verona: Sarmeola, Bosco, Rubano, Villaguattera, Caselle, è ben titolato per valutare la querelle che si è aperta tra il vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, in scadenza di incarico (è ultrasettantacinquenne) e don Marco Campedelli. Querelle partita a causa della lettera che mons. Zenti ha inviato ai sacerdoti della sua diocesi a ridosso del secondo turno delle elezioni amministrative del 26 giugno scorso; ma anche querelle su cui che la Curia di Verona sta cercando di mettere una toppa che, come si dice popolarmente, è peggiore del buco.  Don Franco ha voluto manifestare la sua solidarietà a don Marco con una lettera intitolata “‘Sti Vescovi poco profetici…”, dove però altri vescovi poco evangelici. Ce l’ha inviata e la pubblichiamo sui di seguito.

Scrivo per solidarietà a don Marco Campedelli ripreso e sospeso dall’insegnamento dal suo Vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, per altro già dimissionario e in pensione, ma ancora in Curia in attesa del nuovo Vescovo già nominato dal Papa.

Personalmente tra don Marco e il Vescovo, che in occasione di votazioni comunali si espone, pur ammettendo la più sincera e serena intenzione di creare una sensibilità politica per la sua gente come dovere civico e “cristiano”, io sto con don Marco.

La Lettera anche se formalmente imparziale rispetto ai vari aspiranti Sindaci, fa sospettare un coinvolgimento personale del vescovo a favore di uno o di un altro… e questo è totalmente fuori luogo e controproducente.

Tanto è vero che al ballottaggio ha vinto Damiano Tommasi, il meno politico dei tre; non appoggiato dal presule.

Inoltre inoltrarci una Lettera Pastorale su questioni “gender” credo sia inopportuno e urtante per le persone adulte a cui è rivolta; anche perché noi (preti e ancor più vescovi) siamo ancora sulla linea della “condanna” di tutti quelli che non sono “normali” e che si riconoscono omosessuali o trans o altro ancora.

Con questo criterio di giudizio che ci è appiccicato addosso, noi che ci mettiamo dalla parte della verità… siamo già squalificati e rifiutati.

Cominciamo piuttosto a dire che davanti a Dio non ci sono persone degne o indegne, ebrei o greci, schiavi o liberi, bianchi o neri, normali o contro natura, LGBT o etero, ecc… sono tutti amati da Dio e già salvati…

Quello che è fondamentale da capire è che abbiamo dalla nascita, e da Dio, il dovere di essere contenti e di vivere la nostra affettività e sessualità come la natura ci invita a viverla.

Ho un’età che mi permette di ricordare una delle prime intromissioni di vescovi italiani in questioni politiche e religiose-morali verso persone che volevano vivere serenamente la loro vita coniugale.

Mons. Pietro Fiordelli, vescovo di Prato (Firenze) morto nel 2004, intervenne con una lettera che fece leggere in tutte le chiese della Diocesi per condannare moralmente “l’unione sacrilega” di due cristiani che si erano messi insieme “more uxorio” (come fossero marito e moglie) senza essersi sposati in chiesa… Nel 1958 il vescovo venne condannato da un tribunale civile italiano per diffamazione.

Ricordo il vescovo dell’Aquila mons. Peressin (morto nel 1999 a 76 anni) per certe sue affermazioni contro le donne e la moda troppo libera delle ragazze: «Sotto le loro gonne c’è il diavolo»… È più volte salito agli onori della cronaca:

per le sue crociate antiabortiste (inaugurò un monumento ai bimbi mai nati e pretese la sepoltura dei resti degli aborti),

per le clamorose contestazioni (ben 27 parroci della Diocesi scrissero una lettera al Papa accusando il vescovo di avere «un attaccamento al denaro irrefrenabile, immorale e patologico»),

per l'accertamento di investimenti privati fatti in America ma mai dichiarati.

Ricordo ancora l’abate vescovo del monastero e della diocesi di Montecassino, Pietro Vittorelli, rimosso nel 2015 da Bergoglio dal suo incarico per denunce di riciclaggio, appropriazione indebita di denaro della carità; denunciato per la sua vita gaudente, tra viaggi, cene, auto di lusso, alberghi a 5 stelle, regali, profumi e intrallazzi con un mondo del tutto estraneo alla vita monastica.

Sono alcuni nomi di personaggi e vescovi che ricordo… la lista sarebbe molto più lunga… ma non era lo scopo di questa riflessione; quanto sottolineare:

1° Ma dove trovano questi personaggi “ambigui” i papa e i loro entourage… quando cercano un prete degno di fare il vescovo? Tra le pagine di Topolino?

2° Come mai non si lascia alle singole Diocesi di scegliersi i loro Vescovi… ma devono piovere dall’alto, da Roma, come fossero mandati da Dio? Certi errori potrebbero essere evitati!

3° Noi preti (e ancor più i Vescovi) non abbiamo ancora capito che ogni presa di posizione a favore o contro personaggi pubblici, o partito, o proposta sociale ottiene l’effetto contrario?

Se vogliamo affossare la Lega di Salvini, o i 5 Stelle, l’unica cosa che possiamo fare noi preti e farne pubblicità e cantarne i meriti e le conquiste sociali… è come se li ungessimo di Olio Santo per la loro sepoltura…

4° Stiamo vivendo una grande crisi per mancanza di preti…  Ma sembra non ci sia alcuna crisi per mancanza di vescovi… ne abbiamo in abbondanza… e molti sono già pronti a bordo campo…

 

 

 

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