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"Le religioni - Speranza per un mondo in bilico", un appello

In concomitanza con lo svolgimento, a Nur-Sultan, in Kazakhstan, del settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, cui ha partecipato anche papa Francesco, personalità del mondo teologico mondiale hanno diffuso lieri 'appello "Le religioni - Speranza per un mondo in bilico". Se il pontefice ieri ha sostenuto che «in realtà, le religioni non sono problemi, ma parte della soluzione per una convivenza piu’ armoniosa», i firmatari dell'appello che pubblichiamo qui di seguito, hanno sostenuto che, sì, «le religioni sono fonte di speranza», ma anche che «le religioni sono spesso parte del problema, non della soluzione». In calce al testo, i nomi dei firmatari.

1. Un mondo in bilico

Viviamo in un mondo in bilico. Le sfide che l'umanità deve affrontare sono enormi: In molte parti del mondo si stanno combattendo guerre barbare; la minaccia di annientamento atomico, biologico o chimico e di catastrofici incidenti nucleari nelle zone di guerra è acuta.

• Il delicato sistema climatico ha raggiunto molti punti critici, superati i quali l’habitat terra sarà a rischio.

• Le guerre, la disperazione dovuta alla povertà e le catastrofi climatiche hanno già spinto più di 100 milioni di persone a fuggire; nei paesi di accoglienza crescono le tensioni politiche.

• Nei paesi ricchi è in atto un processo di informatizzazione che sta cambiando l’assetto sociale in modo simile all'industrializzazione.

• La pandemia ha messo in ombra questi processi facendoli passare in secondo piano. Nel frattempo hanno raggiunto la politica.

2. Molte persone sono turbate e si fa largo la paura

Molte persone avvertono sempre più forte la presenza di queste evoluzioni minacciose nella loro vita quotidiana. In Europa le foreste sono in fiamme. I fiumi registrano livelli idrometrici bassissimi senza precedenti. Altrove imperversano le inondazioni. Poiché il mais e il grano ucraini non possono essere trasportati liberamente, la fame si aggrava in molte parti del mondo. I prezzi dell'energia sono in aumento in tutto il mondo. Anche nei paesi ricchi il costo della vita sta diventando inaccessibile per i più svantaggiati. Simili esperienze turbano le persone e fomentano la paura, paura che mina la solidarietà e crea un'atmosfera di crescente rivalità. Alcuni populisti politici e fondamentalisti religiosi usano la paura, la menzogna e l'avidità per allargare i divari tra nazioni, culture e religioni, alimentare l'odio e la violenza, diffondere il nazionalismo (egoismo nazionale) e la xenofobia.

3. Cercare risorse di speranza In questa situazione che riguarda il mondo intero, noi, firmatari di questo appello, insieme a molte persone di buona volontà, siamo alla ricerca di risorse che ci aiutino a non cedere alla paura e ad affrontare le sfide con coraggio. Questo non può essere ottenuto con promesse di sicurezza. Solo la fiducia ci incoraggia a sperare e ad agire. Più opprimente è la situazione mondiale più il mondo ha bisogno di speranza. Solo grazie alla speranza i responsabili e le popolazioni non perderanno la fiducia nella possibilità di vincere le grandi sfide.

 4. Le religioni quali fonte di speranza

Per milioni di persone, le religioni mondiali sono state e sono tuttora una fonte di speranza e di forza per superare la paura, l'egoismo e la rassegnazione, un'ispirazione per una vita universalmente solidale. L’anelito verso un'umanità unita nella giustizia e nella pace, valori che improntano e per cui si battono le religioni, non ha perso la sua forza e motiva sempre più persone, soprattutto in un momento dominato dalla paura.

5. Le religioni sono spesso parte del problema, non della soluzione

Allo stesso tempo, siamo consapevoli che le comunità religiose si trovano in una situazione difficile in questo momento in cui c’è così urgentemente bisogno di loro. Anche molti credenti - compreso papa Francesco - ammettono dolorosamente che le religioni (le comunità religiose) sono spesso parte del problema e non della soluzione. Le Chiese cristiane in Europa stanno perdendo fiducia per una serie di gravi motivi. Spesso sono troppo ripiegate su sé stesse, cioè "malate", come ha diagnosticato papa Francesco. Non solo le Chiese cristiane, anche l'Islam attraversa una profonda crisi di fiducia in tutto il mondo. L'alleanza tra religione e violenza aveva già gravemente nuociuto al cristianesimo in Europa. La violenza terroristica a sfondo religioso minaccia la credibilità della comunità musulmana mondiale. Molti sono anche giustamente turbati dall'alleanza tra i politici russi belligeranti e il Patriarca della Chiesa Ortodossa Russa.

6. Rinnovamento delle comunità religiose per il bene del mondo

Tuttavia, nelle religioni del mondo ci sono forze importanti che rifiutano e vogliono superare questo tragico connubio tra Dio e violenza. Nel loro impegno politico per il mondo, le religioni sono chiamate a orientarsi alle proprie fonti profetiche e non agli interessi dei potenti. La vera religione trasforma la violenza in amore (universale), nel quale si radicano la dignità, l’uguaglianza, la libertà, la giustizia e la pace con tutti gli uomini e con la natura. In questo grave momento, noi, firmatari di questo appello, appartenenti alle varie comunità di fede, ci rivolgiamo alle nostre file, a tutte le comunità di fede e a tutte le persone di buona volontà. Vogliamo ricordare a noi stessi e a tutti con urgenza quanto segue:

• Tutte le comunità religiose hanno bisogno di un'autoriflessione critica e di impegnarsi in uno sforzo di approfondimento interiore e di rinnovamento per riconquistare la credibilità e l’autorità morale perse, spesso per giusta causa. La riforma interiore e la memoria teologica della storia fanno parte della speranza di cui abbiamo bisogno.

• Se le comunità religiose devono essere strumenti di riconciliazione e di pace, esse devono, in particolare in questo momento, superare tutte le manifestazioni di rivalità reciproca e impegnarsi per una cultura improntata al riconoscimento e rispetto reciproci.

• Tutte le comunità religiose necessitano del coraggio e dell'umiltà di "autotrascendersi", cioè di prescindere da sé stesse, e di superare il loro "narcisismo collettivo" per perseguire non solo i propri interessi istituzionali e ideologici ma per assumersi anche la corresponsabilità per il mondo comune che compete loro.

7. Non agonia ma doglie per la nascita di un nuovo mondo

Papa Francesco - in linea con il Concilio Vaticano II (Nostrae Aetate, 2) – ha molto a cuore il fatto che le religioni e tutte le persone di buona volontà collaborino per il bene del mondo. Nel Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, egli, insieme al Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, ci ricorda che Dio “ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro”. Le religioni alimentano la speranza che le attuali sfide che attanagliano il mondo non significhino l’agonia della terra e dell'umanità ma rappresentino le doglie della nascita di un mondo in cui i popoli vivono nella giustizia e nella pace in armonia con la natura.

I primi firmatari: Tomas Halik sociologo e teologo, Praga; Annette Schavan ex ministra Federale Tedesca, Berlin/Ulm; Paul M Zulehner teologo pastorale, ricercatore su Religione e Valori Vienna; Maram Stern segretario generale del Congresso Ebraico Mondiale, Bruxelles e New York; Alberto Melloni storico, presidente dell'Accademia Europea delle Religioni, Bologna; Massimo Faggioli Teologia e studi religiosi, Università di Villanova, Philadelphia; Kasper Mariusz Kapro? OFM liturgista, Facoltà di Teologia San Pablo – Cochabamba, Bolivia

*Foto Creative Commons

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