
"Dotare le navi delle Ong della bandiera dell'Onu": appello della società civile italiana per salvare la vita dei migranti
«La situazione nel Mediterraneo è diventata negli ultimi anni sempre più drammatica: naufragi con migliaia di morti e dispersi, altre migliaia di uomini, donne e bambini riportati nell’inferno libico da cui avevano tentato di fuggire mettendosi in mare, navi umanitarie oggetto di una feroce criminalizzazione della solidarietà. È necessario agire per interrompere questa spirale di morte». Queste le considerazioni alla base di una iniziativa portata avanti da diverse realtà, un Comitato Promotore formato dal Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, RESQ People Saving People, agenzia stampa Pressenza, Asgi, Pax Christi e Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, che ha deciso di lanciare la campagna “La bandiera Onu per le navi umanitarie”, attraverso una petizione su change.org.
La richiesta è indirizzata a: António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite; Volker Türk, Alto Commissario dei Diritti Umani; Václav Bálek, Presidente del Consiglio dei Diritti umani; Kitack Lim, Segretario dell’Imo (International Maritime Organization).
Le richieste della petizione sono sostanzialmente due: dotare le navi delle Ong della bandiera dell'Onu, «per tutelare l'operato delle organizzazioni umanitarie che danno concreta attuazione al dovere di soccorso in mare previsto dalle norme internazionali»; e cancellare la cosiddetta zona SAR (search and rescue, salva e libera) libica, «perché la Libia non garantisce alcun porto sicuro, né il rispetto dei diritti umani».
«Le Nazioni Unite e l’Imo possono farlo, ma per questo è necessaria un’azione internazionale di pressione, che tramite una grande raccolta di firme richiami queste due grandi organizzazioni a scegliere di proteggere la vita e la dignità degli equipaggi delle navi umanitarie e dei migranti strappati a una morte sicura in mare. È necessario che le tante persone indignate e inorridite per l’assoluto disprezzo per la vita mostrato dai governi europei si impegnino in prima persona perché i diritti fondamentali di ogni essere umano vengano rispettati», dichiara Maurizio Del Bufalo, coordinatore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli.
Le adesioni. La campagna ha già raccolto un ampio sostegno di associazioni e personalità, tra cui – oltre alle associazioni promotrici già citate, troviamo Fondazione Finanza Etica, Lef –Rivista quindicinale, Mediterranea Saving Humans – Nave Umanitaria, Pax Christi Italia, Sos Mediterranee Italia, Tavola della Pace, Unimondo, Un Ponte per, ecc…
Tra le adesioni individuali, anche quelle di Francesca Albanese–Rapporteur Onu in Palestina, Don Mimmo Battaglia – Arcivescovo di Napoli, Raffaele Crocco – presidente Atlante Guerre e Conflitti e Unimondo, Franco Dinelli – direttore Centro Studi Economici e Sociali Pax Christi Italia, Duccio Facchini – direttore Altraeconomia, Beppe Giulietti – Articolo 21, Flavio Lotti – Coordinatore Tavola della Pace, Ugo Melchionda - Portavoce di Grei250, Luisa Morgantini – Presidente Assopace Palestina, Alfio Nicotra – Co-Presidente Un Ponte per, Moni Ovadia – Attore, cantante e scrittore, Riccardo Petrella - Presidente Agorà Abitanti della Terra, Alessandro Porro – portavoce SOS Mediterranee Italia, Don Giovanni Ricchiuti – presidente Pax Christi, Domenico Rizzuti – presidente Forum Italo Tunisino per la Cittadinanza Mediterranea, Gianfranco Schiavone - giurista Asgi, Simone Siliani – presidente Fondazione Finanza Etica, Cecilia Strada – Resp. Comunicazione RESQ – People Saving People, Fulvio Vassallo Paleologo – giurista, Alex Zanotelli – Missionario Comboniano.
*Immagine di Dominio Pubblico
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