Risolvere i problemi dall'interno è difficile
Tratto da: Adista Documenti n° 16 del 29/04/2023
Qui l'introduzione a questo testo.
Non parlerò della manipolazione dal punto di vista scientifico, molto necessario, ma da quello della mia esperienza personale. Non avrei mai pensato che un giorno come prete avrei dovuto occuparmi di abusi di potere, tra i quali gli abusi sessuali, perché nominato in un tribunale ecclesiastico: la gente si rivolgeva a me per denunciare. Nel 2000 avrei voluto fare l'avvocato ecclesiastico per meglio aiutare la gente, e un mio amico oggi morto, buon prete, disse: “Malgrado tutto se Pierre diventa avvocato avremo il triplo del lavoro”. È così sono rimasto giudice. Ma ho continuato ad ascoltare e aiutare in privato le persone che soffrono.
Il primo caso serio di cui mi sono occupato come uomo e prete, non come giudice, perché non ho mai mescolato le cose, è stata la vicenda di una suora anziana oggi morta che era perseguitata dalla sua piccola comunità, stile nuova comunità semieremitica, quasi vent'anni fa. La sua famiglia era molto inquieta perché erano andati a farle visita e l'avevano trovata molto male. Questa famiglia abitava 500 chilometri lontano da me ma mi aveva contattato dopo questa visita perché avevo già la mia piccola reputazione. Ho consigliato di parlarne al vescovo del luogo, ma – ecco l'abuso – la prima cosa che lui ha fatto è stata prendere la sua auto e andare a rimproverare la suora. La famiglia le aveva dato un telefonino in segreto, e così abbiamo saputo della cattiva mossa di questo vescovo che oggi è in pensione con tutti gli onori. Quando ho visto che non si poteva fare niente all'interno della Chiesa, ho steso la lettera che la famiglia ha poi indirizzato con i miei consigli alla sezione dei culti del Ministero degli Interni (in Francia non c'è lo stesso sistema che in Italia, il Ministero degli Interni è Ministero anche dei culti). Un mese dopo hanno ricevuto una telefonata da parte di un commissario che ha inviato al convento le auto della Polizia con le sirene lampeggianti. E la suora, che ha telefonato l'indomani per raccontare l'accaduto, senza sapere che l'inquietudine della sua famiglia era all'origine di tutto questo, ha raccontato: «Erano due anni che il mio abito non veniva lavato e questa mattina l'ho trovato appeso al mio attaccapanni!»: le suore e il vescovo avevano avuto paura di questo intervento del Ministero, e sono stati attenti a lasciare che la suora andasse dal medico ecc. Non è più stata perseguitata. Un anno dopo sono passato in questo monastero (le suore non sapevano che ero io all'origine della faccenda), e la superiora mi ha detto: «Stia attento a questa suora, perché ha una famiglia molto potente e protetta dall'alto». Questa storia vera mostra dove si trova il problema della Chiesa: si può arrivare raramente a fare le cose giuste dall'interno. Abbiamo bisogno dei Tribunali civili e dei media. Spesso ho incoraggiato a rivolgersi a un avvocato civile ed è stato sufficiente. Se non è sufficiente, un articolo sulla stampa mette tutti i capi in movimento. Questo è miracoloso, l'ho fatto spesso. Dicono subito che hanno fatto tutto bene, o cominciano a fare qualcosa. Dalla Francia vedo la stessa cosa in Italia: prima fanno promesse ma non agiscono o si perde tanto tempo inutilmente.
Parlo adesso della protezione delle singole persone in modo generale. I vescovi francesi di recente hanno avuto la loro assemblea plenaria di primavera in seguito al rapporto della Ciase – commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa detto anche rapporto Sauvé dal nome del suo presidente, un uomo straordinario – con nove gruppi di lavoro con vescovi, laici e vittime. Una persona in uno di questi gruppi di lavoro segreto (mamma mia, il segreto...) mi ha detto che durante una riunione in videoconferenza un vescovo ha fatto un lapsus dicendo: «Ma non abbiamo finito di lottare contro le vittime!». Freud avrebbe parlato di lapsus rivelatore... Faccio una precisazione: specialmente nella curia romana e nella Chiesa italiana hanno creduto che il riconoscimento dell'aspetto sistemico degli abusi fatto dalla Conferenza francese significasse sistematico, e hanno impedito a papa Francesco di ricevere la commissione Ciase con il suo presidente. Sistemico significa solo che gli abusatori e i predatori trovano nella Chiesa cattolica il terreno di elezione per mettere a segno i loro colpi. La Santa Madre Chiesa non è equipaggiata, non ha i mezzi per fermare un vescovo, una badessa, superiori, preti o monaci eventualmente paranoici. Quando davo corsi di diritto canonico dicevo sempre agli studenti che non tutti i capi sono paranoici, ma tutti i paranoici vogliono essere capi. La Chiesa dovrà trovare i mezzi per liberarsi dei soggetti paranoici arrivati al potere. In Francia esiste il protocollo RPS, “Rischi psico-sociali”, ideato dai grandi imprenditori, perché in certe aziende ci sono epidemie di suicidi. Erano stanchi di essere accusati di questi suicidi, quando nella catena di comando c'era un paranoico o una paranoica che terrorizzava tutto il suo ambiente. Per il momento la Chiesa non è in grado di arrivare a questo perché il potere a ogni livello è sacro. Ecco perché ci sono tanti abusi di ogni genere.
Ma torniamo alle conclusioni del gruppo di lavoro 2 a Lourdes, intitolato “Confessione e accompagnamento spirituale”. È stata proposta una carta dell'accompagnamento spirituale perché i fedeli conoscano i loro diritti e le buone pratiche. Questa carta si trova anche sul sito della Conferenza dei vescovi di Francia (pag. 34 del documento). Curiosamente ho ritrovato sintetizzato in questa carta il corso che avevo seguito all'università Gregoriana 45 anni fa con il professore Charles André Bernard sull'accompagnamento spirituale, vale a dire che è la vera tradizione della Chiesa rispettare le persone. Come mai siamo usciti da queste regole antiche? Perché per esempio in certe nuove comunità monastiche si impedisce a una suora di parlare liberamente con un confessore di sua scelta? Perché in certi movimenti si viola il diritto alla libertà di coscienza come l'aveva stabilito già papa Leone XIII nel suo famoso decreto Quemadmodum del 1889? Leone XIII lo aveva scritto perché c'era in Austria una badessa che aveva fatto costruire un confessionale speciale: c'era la parte per il prete, la parte per la suora e poi una parte nascosta da cui la badessa poteva ascoltare. Quando lo ha saputo, Leone XIII è andato su tutte le furie e ha emanato questo decreto sulla libertà di coscienza nelle comunità religiose. Era il 1889 e ci sono ancora problemi.
Prima di finire voglio offrire un esempio di abuso di potere sistemico nella Chiesa: la storia vera di una comunità religiosa di suore di diritto diocesano che hanno una proprietà stupenda ma la loro congregazione è in via di estinzione. Arriva il vescovo da solo (sempre da solo, senza mai avvertire), che spaventa le suore – senza mai lasciare prove, né per scritto né sul telefono – dicendo loro che le sposterà in una casa di riposo e prenderà per suo uso la loro proprietà. Ma è una comunità di donne. Hanno parlato del loro problema con un'amica mia che ci ha messi in contatto. Ci sono andato dunque in segreto. Queste sante suore hanno amore per la Chiesa per la quale si sacrificano e pregano tutto il giorno da anni. Quando chiedo loro quale destinazione volessero per la loro proprietà, gridano insieme: “Al vescovo mai!”. Alla fine abbiamo trovato una soluzione con il diritto civile francese. Se il vescovo fosse stato intelligente sarebbe stato rispettoso verso queste donne e oggi potrebbe avere a disposizione tutto. Perché questo uomo ha avuto il bisogno di violentarle? Non esagero, non si poteva fare niente nella Chiesa perché tutti, ignorando e volendo ignorare la violenza del vescovo, invocano l'istruzione Cor orans che permette alla Chiesa di mettere le mani sui beni delle congregazioni in via di estinzione. Anche qui si trova l'abuso sistemico. Cor orans è terribile per le comunità religiose.
Come prete ogni giorno da tanti anni ricevo chiamate da persone abusate nella Chiesa e dalla Chiesa. Il primo punto è quello delle vittime della pedofilia, ma in Francia almeno adesso ci sono i mezzi, nella società civile e anche nella Chiesa, per essere ascoltati e indennizzati. Questo vale anche, ma è più difficile, per le persone vulnerabili, ma non arriva alle persone adulte manipolate, specialmente nelle comunità religiose e nei movimenti cosiddetti nuovi. Quando se ne parla si risponde che erano adulti, che la colpa è loro, la comunità o il movimento non c’entrano niente, anche se non hanno nessun diritto sociale, nessuna retribuzione. Se la persona chiede un giusto indennizzo, la si accusa tramite avvocato di cercare di sottrarre denaro ingiustamente a questa povera comunità, a cui peraltro il denaro non manca. Dunque c'è una grande ingiustizia: si nega il fenomeno dell'emprise che consiste nel finire sotto l'influenza psicologica di un altro. Ma quale consenso potrebbe dare una persona adulta in una relazione di autorità? La nostra Chiesa deve affrontare questa realtà presente tra le sue mura, perché molti fra i più alti responsabili della Chiesa pensano che tutto si risolva con le misure prese contro la pedocriminalità nella Chiesa (e malgrado tutto il rispetto che ho per lui, è la cosa che pensa anche papa Francesco), e sperano di passare rapidamente ad altre cose che stimano più importanti: «Si parla sempre di questo, ma dobbiamo parlare di evangelizzazione»... Ma l'evangelizzazione non può esistere né essere giusta se non c'è giustizia prima; non si può essere credibili, ci si fa ridere dietro se l'annuncio di liberazione del Cristo del vangelo è contraddetto dalla testimonianza di vita personale e di gruppo comunitario.
Concludo con un'illustrazione della fine del Medioevo, quando gli scultori decoravano gli stalli dei monaci e dei canonici. In una decina di chiese in Francia c'è l'illustrazione dell'abuso spirituale: il soggetto della volpe che predica alle galline. Con questo voglio dire che se le galline oggi vengono avvertite, sarà molto più difficile predicare. Per questo Italychurchtoo aiuta molto la Chiesa nel lavoro di salvare le sante galline: avrebbero contro solo le volpi. Questo per dire che un predatore di beni, anche sessuali o di coscienza, deve prima avere uno schiavo o una schiava sottomesso. Da questo la Chiesa deve liberarsi e dobbiamo aiutarla a farlo.
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