
Il «ministro della caccia» Lollobrigida e il regalo alle «lobby delle doppiette»
La Conferenza Stato-Regioni presenterà domani, 27 aprile, un parere tecnico e giuridico sullo schema di decreto proposto dal ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, per la ricostituzione “Comitato Tecnico Faunistico-Venatorio Nazionale” (Ctfvn) previsto dalla legge 157 del 1992 recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio”. Il WWF lancia l’allarme su uno schema di decreto che, denuncia in una nota odierna, «contiene l’ennesimo regalo alle associazioni dei cacciatori che verrebbero ad assumere un ruolo predominante nella composizione di questo Comitato». E chiede alla Conferenza di non assecondare «le intenzioni del ministro Lollobrigida», esprimendo quindi «un parere negativo sulla bozza di decreto presentato.
La bozza del ministro parla di «semplificazione e snellimento dell’azione amministrativa, nonché di incremento della efficienza ed efficacia» del Comitato stesso, e ne prevede una «composizione rappresentativa più snella ed efficace, rispetto a quella originariamente prevista». Una “dieta dimagrante”, denuncia il WWF, che intende tagliare su tutte componenti del Comitato tranne che su quella dei cacciatori: spiega infatti la nota che «i rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura, del Ministero dell’Ambiente, delle Regioni e delle Province passano da tre ad uno per ogni categoria e le associazioni ambientaliste addirittura scendono da quattro ad un solo rappresentante. Invece, i rappresentanti delle associazioni dei cacciatori da nominare sono tre finendo dunque per essere la componente più numerosa, a cui si aggiungono anche quelli dell’Ente nazionale per la cinofilia italiana e del Consiglio internazionale della caccia e della conservazione della selvaggina. Incredibilmente un solo posto è assegnato all’ISPRA che invece dovrebbe costituire la voce scientifica nel Comitato».
Così facendo, accusa il WWF, verrebbero tradite le disposizioni della norma in vigore. Ma a preoccupare è «il pensiero del ministro di trattare la gestione faunistica come qualcosa che riguarda solo i cacciatori. La volontà di andare incontro alle istanze più estremiste della lobby delle doppiette emerge persino nella composizione di un comitato consultivo che, peraltro, non avrebbe neppure ragione di esistere dato che le indicazioni sulla gestione faunistica devono essere fornite da un organismo scientifico come l’ISPRA».
L’organizzazione ambientalista e animalista accusa infine Lollobrigida di caratterizzarsi come «il ministro della caccia» e di trattare la fauna come «proprietà della sempre più marginale minoranza dei cacciatori», invece di valorizzarla in quanto «“patrimonio indisponibile dello Stato” da tutelare nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale», come previsto dalla stessa legge 157/1992.
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