
Cile: tutto a destra il nuovo Consiglio per la redazione della nuova Costituzione
Il Cile, il 7 maggio, è tornato a votare per il Consiglio che deve redigere la nuova Costituzione e questa volta netta è stata la vittoria della destra. La formazione di José Antonio Kast - il candidato della destra radicale che ha perso le elezioni presidenziali del19 dicembre 2021 contro l'attuale leader del Paese Gabriel Boric - ha ottenuto oltre il 35% dei voti, accaparrandosi così 22 dei 51 consiglieri (50 rappresentanti dei partiti politici e uno dei popoli indigeni) che lavoreranno al testo di una nuova Costituzione (quella attuale è del 1980, redatta nel 1980 sotto la dittatura di Augusto Pinochet).
La coalizione di sinistra di Boric, Unità per il Cile, ha ottenuto il 28% dei voti e 17 consiglieri, meno dei 21 che gli avrebbero dato il diritto di veto nel processo di stesura della Magna Carta.
I restanti 11 consiglieri sono andati al gruppo di destra Cile Seguro che ha ottenuto il 21,5% dei voti. Sono rimasti fuori dal Consiglio costituzionale le alleanze di centrosinistra Tutto per il Cile e il Partito popolare.
Si sono recati ai seggi elettorali circa 12,5 milioni di cittadini (82,7%) degli oltre 15,1 milioni aventi diritto di voto. Ben 2,2 milioni, oltre il 21% del totale, quelli che hanno lasciato la scheda bianca o il cui voto è stato annullato, cifra che, come sottolinea BBC Mundo (8/5), è senza precedenti dal ritorno della democrazia.
Sicché le coalizioni di destra e di centrodestra (il Partito Repubblicano di Kast e Cile Seguro) hanno 33 consiglieri, ovvero un’ampia autonomia per redigere la nuova proposta di Costituzione che sarà sottoposta a un plebiscito cittadino il 17 dicembre.
Gli analisti politici leggono questo un «voto di punizione» a dimostrazione del disinteresse dei cileni per il cambiamento costituzionale, in un momento in cui il Paese è fortemente preoccupato per la sicurezza e l'economia, e insoddisfatto del governo Boric.
Il settembre del 2022 il Cile aveva bocciato la bozza della nuova Costituzione (il “no” era stato espresso dal 62% dei cittadini). Un risultato che sorprese non poco perché nell’autunno di due anni prima la popolazione si era espressa decisamente per il superamento della Carta costituzionale pinochettista. Quella bozza era assai innovativa e radicale - valutata dagli analisi come “la più avanzata del mondo” - affermava diritti individuali che hanno fatto paura alla Chiesa e ai fedeli più osservanti e diritti sociali che hanno fatto paura alle classi più abbienti, agli strati più conservatori, ai nostalgici del pinochettismo.
*José Antonio Kast. Foto di https://www.bcn.cl/historiapolitica/resenas_parlamentarias/wiki/Jos%C3%A9_Antonio_Kast_Rist, tratta da https://commons.wikimedia.org/wiki/File:BCN_-_Jos%C3%A9_Antonio_Kast_-_0004.jpg
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