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Famiglia di Maria: il comunicato di una diocesi ammette gli abusi di p. Sigl

Famiglia di Maria: il comunicato di una diocesi ammette gli abusi di p. Sigl

ROMA-ADISTA. C'è voluto quasi un anno per ottenere dall'istituzione ecclesiastica una comunicazione riguardo al commissariamento da parte del Vaticano della comunità Famiglia di Maria (qui, qui, qui e qui la nostra inchiesta), e alla destituzione dalle sue funzioni del co-fondatore ed ex presidente p. Gebhard "Paul Maria" Sigl «per abusi psicologici e spirituali». Per mesi abbiamo raccolto testimonianze che andavano in questa direzione e a più riprese abbiamo sollecitato il vescovo di Séez, in Normandia - diocesi in cui risiede la comunità francese -, mons. Bruno Feillet e altri prelati in altri Paesi a dire le cose come stavano, dal momento che la pagina sulla comunità ospitata nel sito della diocesi nulla lasciava trasparire di ciò che era accaduto e della situazione attuale.

Ora sul sito, alla stessa pagina, è presente un comunicato del vescovo che esordisce affermando che «da diversi anni i membri de La Famille de Marie lavorano per la diocesi di Séez, a La Brardière», ma che «ora la comunità sta incontrando delle difficoltà». 

Ripercorrendo brevemente la storia della Famiglia di Maria, mons. Feillet ne colloca la nascita nel 1992, omettendo di dire che questa "comunità missionaria internazionale di diritto pontificio", riconosciuta per la prima volta nel 1992 nella diocesi di Rožnava (Slovacchia), nasceva per un verso dalle ceneri di una comunità sciolta dal Vaticano, guidata dallo stesso p. Sigl e da un prete pluricondannato per pedocriminalità, e per l'altro dalla "Pro Deo et Fratribus" del controverso vescovo slovacco mons. Pavel Hnilica, una comunità fondata nel 1968 che negli anni '80 funzionò da "cassa" per il flusso di denaro tra Vaticano e Paesi dell'Est Europa. Attualmente la Famiglia di Maria è presente in Europa, America Latina, Stati Uniti e Asia e conta più di 60 sacerdoti, 30 seminaristi e 200 laiche chiamate “sorelle apostoliche”. Nel 2008 è nata l'Opera di Gesù Sommo Sacerdote (Opus JSS), associazione clericale internazionale e pubblica di diritto pontificio con facoltà di incardinazione per i preti della Famiglia di Maria, approvata dalla Congregazione per il Clero. Ma nel 1992 i primi cinque preti della comunità, tra cui lo stesso Sigl e mons. Luciano Alimandi, oggi braccio destro del Segretario di Stato card. Pietro Parolin, sono stati ordinati da Hnilica di nascosto e senza averne i titoli.

Torniamo al comunicato. Feillet scrive che «Da diversi mesi la comunità della Famiglia di Maria è posta sotto tutela dalla Santa Sede in seguito alla dimissione del suo superiore, padre Gebhard Paul Maria Sigl, per abusi psicologici e spirituali». A dir la verità, i mesi sono ormai quasi 12, ma ciò che qui è rilevante è che si parla esplicitamente di «abusi psicologici e spirituali»: quelli che abbiamo testimoniato nella nostra inchiesta, dalla quale sono emerse le presunte profonde devianze teologiche e spirituali e uno stile di governo - quello di p. Gebhard Paul Maria Sigl -  descritto dai testimoni come sottilmente tirannico, imposto da trent'anni ai membri della Famiglia di Maria. Ce lo hanno raccontato proprio sopravvissuti e testimoni che abbiamo contattato, rivelando traumi psicologici e spirituali che continuano a condizionare pesantemente la loro vita, anche qualora siano riusciti a ricostruirsi. Già nel lontano 1995 la lettera di un ex membro al "mentore" e cofondatore della comunità, mons. Pavel Hnilica, metteva in guardia contro derive e deviazioni teologiche, spirituali e non solo. Il tempo è passato, le derive, all'origine di presunti abusi psicologici e spirituali, sono rimaste le stesse. 

«E' stato quindi nominato un commissario straordinario», informa laconicamente nel suo comunicato il vescovo (il commissario è il vescovo ausiliare di Roma mons. Daniele Libanori, già incaricato del commissariamento della slovena Comunità Loyola nel quadro del caso del mosaicista gesuita Marko Rupnik, accusato di numerosi abusi sessuali; per la parte femminile, è stata incaricata la religiosa suor Katarina Kristofová), nell’attesa di comprendere quale sarà il futuro della comunità e dei suoi membri.).

«La Diocesi di Séez, seguendo le direttive della Santa Sede, accompagna personalmente e con attenzione i membri della comunità presente a La Brardière per sostenerli in questa prova e guidarli nella loro missione», continua il vescovo. «È un tempo di prova per tutti i membri della comunità e per la diocesi di Séez. Ricordiamo che non è stata presentata alcuna denuncia nei confronti dei membri della comunità della Brardière. Stiamo cercando insieme il modo migliore per superare questa tempesta per il bene delle persone coinvolte. Questo può essere fatto solo con il tempo e la calma».

«"È un tempo di prova per tutti i membri della comunità", afferma il vescovo: sì, senza dubbio», è la reazione uno dei nostri testimoni, ex membro della comunità. «Ma in realtà il tempo della prova dura da quando ci sono stati gli abusi, cioè da 30 anni (o addirittura 50 anni) grazie a mons. Hnilica e alla cecità di certi vescovi! Sarebbe più corretto dire che questo è il tempo della pulizia, del cammino verso la liberazione, verso la guarigione». «Con questi comunicati - commenta - si ha sempre l'impressione che sia la verità all'origine della "prova"». 

 

* P. Gebhard Paul Maria Sigl, durante una "ordinazione mistica", celebra senza essere prete, insieme a p. Joseph Seidnitzer, pluricondannato per abusi su ragazzi, 1980. 

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