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Dalla Marcia della Pace, una certezza: pace e nonviolenza hanno un futuro

Dalla Marcia della Pace, una certezza: pace e nonviolenza hanno un futuro

Un corteo variopinto e festoso ha animato la Marcia della Pace che si è svolta il 21 maggio con lo slogan: “Per la pace, con la cura. Costruiamo assieme un mondo più umano” (v. Adista Segni Nuovi, n.19/23). È stata un’edizione straordinaria, questa, centrata sul mondo dell’educazione e per la quale è stata attivata una “Rete per la pace” con l’adesione di 119 scuole e 71 università. Ma vi hanno partecipato molte espressioni del mondo del volontariato e del Terzo settore, in tutto 280 realtà associative, tra cui sigle storiche della galassia della nonviolenza, l’Anpi, realtà sindacali, 150 enti locali. E non solo, come dimostrano le seguenti due “voci” raccolte durante la manifestazione.

«La Marcia per la pace – ci ha detto Naomi Ahmetovic, giovane Romnì, Cittadinanza e Minoranze – ha unito tantissime persone con un unico obiettivo , persone diverse, di ogni provenienza, insieme hanno percorso chilometri per dimostrare che uniti si può arrivare lontano. Questa esperienza per me è stata preziosa, perché ho potuto sentire quanta forza ci sia grazie all’amore verso il prossimo. E ho deciso di portare la bandiera Rom alla marcia per la pace per simboleggiare che anche la mia cultura è presente in questo percorso. La bandiera rom ha un fondo azzurro e verde, il cielo e la terra, e al centro una ruota raggiata rossa, che ricorda il continuo viaggiare e anche i chakra delle lontane radici indiane. Il popolo rom è un popolo transnazionale che non ha mai voluto la guerra».

«La Marcia è stata emozionante ed entusiasmante – ha riassunto Luciano Ardesi, vicepresidente Centro Interconfessionale per la Pace (Cipax) –. Anche sul piano personale, perché è stata la mia prima marcia dopo il COVID. Domenica mattina a Perugia i Giardini del Frontone erano pieni, è stata la prima conferma che la Marcia sarebbe stata un successo, e poi c’era il sole, nessuno ci sperava. C’erano molte bandiere della pace, striscioni, forse non tutti la pensavano esattamente alla stessa maniera, ma il trovarsi così numerosi è un segnale politico, se si cammina da soli si possono avere le idee più belle ma non si va da nessuna parte. Ed è la conferma che la Marcia appartiene alla gente che ci va, al di là dell’arcobaleno di motivazioni, idee, proposte. Come sempre la quantità di giovani è l’aspetto più caratteristico, bello, entusiasmante. Anche per chi è longevo come me, e che ha visto camminare generazioni di giovani che ormai non sono più tali, ciò significa che la pace e la nonviolenza hanno un futuro».

*Foto ritagliata di CT M tratta da Flickr

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