
Tra incuria, incompetenza e criminalità, la Sicilia nella morsa degli incendi
La Sicilia sotto la morsa del fuoco? «Non chiamatela emergenza». Il WWF commenta così la drammatica situazione che la Sicilia sta vivendo in questi giorni, con «ettari ed ettari di natura preziosissima» che «stanno andando in fumo insieme a colture agricole e beni pubblici e privati con danni incalcolabili, mentre purtroppo già si contano le prime vittime».
Gli incendi non sono (solo) dolori o legati ad errori umani: «Si tratta certamente degli effetti del cambiamento climatico che ogni anno si manifesta con maggiore forza distruttiva complici le temperature altissime, venti caldi impetuosi, siccità estesa». Un problema che non si scopre certo oggi, tanto che, afferma il WWF, istituzioni e enti preposti «non possono dirsi sorpresi e non si sarebbero dovuti far trovare impreparati».
l’accusa del WWF è duplice: da un lato non si fa abbastanza nel contrasto al cambiamento climatico e, dall’altro, non si fa abbastanza nella prevenzione degli incendi e nella tutela del patrimonio forestale italiano. Abiti che, tra l’altro, sono collegati tra loro, proprio perché la perdita di alberi a fronte dei numerosi incendi indebolisce le naturali difese di fronte alla crisi climatica.
Governo e Regione erano avvisati, sottolinea il WWF: «già lo scorso anno gli incendi in Sicilia avevano percorso 56.000 ettari con i danni e i costi diretti per gli interventi stimati di circa 22 milioni e con problemi gestionali già allora evidenti, prima fra tutte quella della carenza di personale dedicato». Ma non si è fatto nulla.
Le carenze di personale e mezzi colpisce ancora di più se si considera, denuncia ancora l’organizzazione ambientalista, che il Ministro della Protezione Civile Nello Musumeci è stato presidente di quella Regione e «nel suo mandato di Governatore si era anche occupato della riorganizzazione del Dipartimento della Protezione Civile Regionale che in Sicilia dipende proprio dalla Presidenza della Regione».
Il WWF parla poi del «paradosso Sicilia» per spiegare la strana sorte toccata alla Regione, «tra le ultime regioni italiane per copertura forestale» e, allo stesso tempo, dotata del «più alto numero di persone dedicato alla gestione e alla sorveglianza». Ciononostante la Sicilia «nell'ultimo decennio è stata fra le prime regioni d’Italia per le superfici coperte dal fuoco».
In conclusione, una denuncia senza appello: «L’isola versa in condizioni di totale vulnerabilità delle superfici forestali, della sostanziale assenza di investimenti sul fronte investigativo e coercitivo che guardi ovviamente non solo alle attività criminali esercitate sul campo, ma anche a sofisticati calcoli economici, politici e sociali che possono alimentare il diabolico ciclo: investo, impianto il bosco e poi lo brucio, attiro altri investimenti e così via, in più, durante il periodo dell’incendio spendo in modo incontrollato».
«Di fatto – conclude il WWF – continua ad esistere un sistema fatto di precarietà, di aspettative legittime e non, di grovigli di interessi, di trascuratezza nella cura del personale compreso il mancato rinnovamento. E normalmente queste situazioni generano complicati fenomeni clientelari ed assistenziali, difficili anche da dipanare. A farne le spese è la nostra ricchezza di biodiversità, la nostra flora e la nostra fauna, la nostra salute, la nostra identità, il nostro futuro».
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