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Francia: giovani cristiani in piazza per arginare l’avanzata della destra

Francia: giovani cristiani in piazza per arginare l’avanzata della destra

Tratto da: Adista Notizie n° 25 del 06/07/2024

 

41914 PARIGI-ADISTA. 400 cristiani di sinistra in presenza, migliaia collegati in streaming e numerosi rappresentanti di associazioni hanno partecipato il 23 giugno a Parigi a un evento per manifestare il loro “no” alla svolta a destra dell’elettorato francese, che in occasione delle elezioni europee dello scorso 8-9 giugno ha reso il Rassemblement National (RN) primo partito in Francia con il 31,37 % e 30 seggi all'europarlamento. Nel momento in cui scriviamo non si sono ancora svolte le elezioni legislative in programma il 30 giugno e il 7 luglio, conseguenti allo scioglimento dell’Assemblea nazionale da parte di Emmanuel Macron, ma tutto fa pensare che RN possa replicare il suo successo, portando il suo presidente Jordan Bardella a ricoprire la carica di primo ministro.

È per scongiurare questo scenario che tre realtà del mondo cattolico di base più giovane – Anastasis, un collettivo di riflessione e azione politica fondato nel 2022; Lutte et Contemplation, gruppo di preghiera e mobilitazione lanciato nello stesso anno; il Dorothy, dal nome di un caffè solidale fondato sette anni fa nel XX arrondissement di Parigi – hanno dato vita, all’indomani delle europee, al collettivo Justice et Espérance; il 18 giugno hanno pubblicato sul quotidiano La Croix un appello a non votare le destre, firmato già da più di 10mila persone, sia cattoliche che protestanti, e da più di 70 preti, coagulando rapidamente intorno a loro altre associazioni. Di qui la manifestazione del 23 giugno, svoltasi nei pressi della chiesa degli Invalides, e una raccolta fondi di più di 20mila euro. «Abbiamo pensato che fosse necessario creare un evento mediatico su larga scala per farci ascoltare dagli altri cristiani al di fuori dei nostri giri», spiega a La Vie (24/6) Gabriel Waeles Amieux, uno degli organizzatori della giornata. «In certi ambienti cristiani è diventato normale votare per l’estrema destra. Vogliamo mostrare che, a partire da una stessa fede, ci sono cristiani che pensano in modo radicalmente diverso. Speriamo di suscitare domande in qualcuno e incoraggiare altri a votare». Alle europee il voto dei cattolici è andato infatti per il 42% ai raggruppamenti della destra estrema, secondo una tendenza in crescita già da diversi anni (v. Adista Notizie n. 24/24).

La riscossa della sinistra cristiana

Nel corso della manifestazione, canti e preghiere si sono alternati a discorsi di stampo più politico. «Non si tratta di discorsi politici in senso stretto», ha però sottolineato una delle organizzatrici, Thérèse du Sartel, cofondatrice di Dorothy, «ma di discorsi di cristiani impegnati sul campo, che affermano che il loro impegno e la loro fede non sono compatibili con le idee dell'estrema destra».

Non si tratta certo di dare indicazioni di voto, le fa eco Adrien Louandre, di Secours catholique, «ma la nostra lettura del Vangelo ci impone di dire che certe cose non sono negoziabili e non sono compatibili con l’estrema destra».

All’evento hanno partecipato in presenza circa 400 persone, più di 3.000 lo hanno seguito sul canale Youtube, che ha ospitato lo streaming, del Centre de Recherches et d’action sociales (CERAS) dei gesuiti; presenti, oltre ai collettivi giovanili, anche le associazioni più “anziane” impegnate nel campo della giustizia sociale: CCFD-Terre solidaire, Secours catholique, Cimade, MRJC, Federazione protestante di mutuo soccorso, Azione Cattolica operaia, ecc. «Noi, organizzazioni, comunità e personalità cristiane delle diverse Chiese – è stato detto – vogliamo portate una voce ecumenica, una storia cristiana capace di far comprendere che la giustizia sociale, la fraternità, la dignità della persona umana sono al centro del messaggio della nostra fede e sono incompatibili con un progetto di estrema destra». «Ricordiamo che abbiamo bisogno di una società di giustizia, solidarietà e fraternità con i più vulnerabili, qui e in tutto il mondo», ha detto Sylvie Bukhari-de Pontual, presidente del CCFD-Terre solidaire. «Non siamo migliaia, ma qui sono rappresentati molti movimenti”, nota Bertrand du Marais di Poissons Roses, movimento di attivisti cristiani di sinistra vicino al Partito socialista. «Ciò dimostra alla società che non tutti i cristiani sono dietro le bandiere del 15 agosto (festa dell’Assunzione, celebrata con processioni soprattutto dai cattolici francesi più conservatori, ndr) o tra i cattolici tradizionalisti!».

Una giovane “sinistra confessante”

Il fenomeno innescato dalla svolta a destra nella società francese è piuttosto inedito: i giovani cattolici, praticanti e impegnati, osserva La Vie, si sono assunti la responsabilità di esprimersi in quanto cristiani, e questo è relativamente nuovo a sinistra, soprattutto nello spazio pubblico. «La nostra generazione ha sete di Dio, siamo molto più religiosi dei nostri anziani», spiega Thérèse du Sartel. Per noi è chiaro che essere cristiani significa pregare e non semplicemente portare valori cristiani. Ma per noi è altrettanto chiaro che confessarsi non significa escludere. Siamo laici, attaccati alla Repubblica, ma diciamo qual è la nostra fonte, la nostra ispirazione. Offriamo una parola di speranza e questa parola è per tutti». «Riuscite a immaginare che la Francia avrà forse un governo di estrema destra tra due settimane? Questo dimostra quanto sia disorientata la società», esclama un professore di filosofia, membro di Anastasis e cofondatore di Dorothy, Foucauld Giuliani: «In tempi di crisi culturale in una società, dobbiamo tornare alle origini. Attingiamo alla fonte spirituale della nostra fede per sviluppare un pensiero politico coerente».

L’appello pubblicato su La Croix

Il documento diffuso dagli organizzatori il 18 giugno, firmato da oltre 10mila persone, fa riferimento alla parabola del Buon samaritano: «Come cristiani, questo è ciò che ci sforziamo di vivere seguendo Gesù Cristo. Mentre il Rassemblement National è alle porte del potere, affermiamo la nostra ferma opposizione all’estrema destra e alle sue idee. Chiediamo alle nostre sorelle e ai nostri fratelli di votare in massa contro RN».

Il Vangelo ribalta gli schemi di pensiero, si legge nell’appello, chiamando a prendersi cura «di tutti i nostri fratelli e sorelle, per amore, senza alcuna eccezione di origine o di religione, riconoscendo la pari e infinita dignità di ogni persona umana. Siamo invitati a incontrare Cristo attraverso i più poveri, gli esclusi, gli emarginati e tutti coloro che sono rifiutati». Di fronte alle crisi che attraversano la società, «può essere forte la tentazione di cercare un capro espiatorio. L’estrema destra alimenta la nostra paura di uno sconosciuto che ci metterebbe in pericolo. Suscita risentimento e sfrutta il sentimento di declassamento di una parte della popolazione. La risposta che fornisce a queste difficoltà economiche e sociali – molto reali – non è altro che manipolazione e illusione. Non cadiamo nella sua trappola», esortano i giovani cristiani di sinistra. Anche sul piano della crisi ambientale, «l’agenda dell’estrema destra è l’esatto opposto di ciò che dobbiamo realizzare insieme. È in gioco la nostra sopravvivenza collettiva e, in via prioritaria, quella dei più vulnerabili, in prima linea di fronte alle conseguenze del riscaldamento globale. Impegnarsi con coraggio e speranza nella transizione ecologica e sociale significa proteggere i nostri fratelli e sorelle umani. Il Rassemblement National preferisce la negazione al consenso scientifico su questi temi; lasciarglielo fare sarebbe un suicidio».

Il perdurante silenzio imbarazzato dei vescovi

L’appello chiede anche alle istituzioni religiose di prendere posizione esplicitamente, e invita «tutti i leader religiosi a mobilitarsi con fermezza contro l’affermazione di idee di estrema destra nel nostro Paese, e in particolare nelle nostre comunità». Ma effettivamente il silenzio dei vescovi è sconcertante. «Riusciamo a immaginare Gesù che vota per RN, o anche Francesco d'Assisi, l'abbé Pierre o Soeur Emmanuelle, o Giovanni Paolo II, o Papa Francesco? Ovviamente no, tre volte, dieci volte no; semplicemente perché esiste una radicale opposizione tra il significato profondo ed evidente del Vangelo e le scelte sociali della RN», si chiede Christine Pedotti, cofondatrice del Comité de la Jupe (organismo per la parità di diritti delle donne nella Chiesa) su Témoignage Chrétien (22/6). «Puoi essere cristiano e votare a destra o a sinistra, o al centro... tutto è possibile, ma non per un partito che fa della differenza tra chi ha diritti e chi non li ha a causa della sua origine il fondamento stesso della sua politica. Il cristianesimo, per sua essenza, compie un’opzione per l'altro, questo è addirittura il suo fondamento. I cristiani possono non esservi fedeli, ma non possono negare questa parte del radicalismo evangelico. Allora perché i leader della Chiesa cattolica in Francia, la maggior parte, si trovano in questo stato di contorsione di fronte a quella che dovrebbe essere l’ovvia condanna del voto per la RN e i suoi epigoni?». 

*Foto di Jordan Bardella presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

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