
Ritratti di evangelici. La serie estiva di "Protestantesimo"
ROMA-ADISTA. È andata in onda questa mattina sui RaiTre la prima delle quattro puntate di Protestantesimo, rubrica televisiva curata dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei).
La puntata di questa mattina è stata dedicata al pastore Pietro Valdo Panascia. Nel giugno del 1963, dopo la strage mafiosa di Caciulli costata la vita a cinque carabinieri e due militari, nel silenzio generale la chiesa valdese di Palermo e il suo pastore Panascia, tappezzarono i muri di Palermo con un manifesto che ricordava il comandamento “Non uccidere”. Una parola profetica che pesò sulle coscienze di chi non aveva alzato la propria voce.
Il 18 agosto sarà la volta della puntata dal titolo “Evangelici al sud”. Nel centenario della sua nascita riscopriamo Rocco Scotellaro, figura emblematica della cultura “meridionalista”, e non solo, del ‘900. Nella sua opera “Contadini del Sud”, tra le voci di contadini chiamati a raccontare “a parole loro” le proprie esperienze e la propria visione del mondo, c’è anche Francesco Chironna, un evangelico di cui la rubrica ripercorre la vicenda.
Il 1°settembre sarà la volta di Niccolò Introna, “L’eroe dimenticato”. Il 20 settembre 1943 un manipolo di ufficiali nazisti varca la soglia di palazzo Koch, la sede della Banca d’Italia, a Roma: vogliono l’oro dell’Italia. Un solo uomo decide di opporsi e organizza un sofisticato inganno per impedire ai nazisti di trafugare la ricchezza degli italiani. È Niccolò Introna, un fedele servitore dello Stato, un valdese. Eppure, il suo nome verrà per decenni cancellato e dimenticato. La vicenda di Introna è raccontata nel libro di Federico Fubini, L’oro e la patria (Mondadori)
L’ultima protagonista di questa estate di “Protestantesimo” è Lidia Poët, la prima avvocata d’Italia, a cui è dedicata la puntata del 15 settembre con il titolo “Osa essere”. Donna e valdese, Lidia Poët si laurea in giurisprudenza nel 1881 e si iscrive all’Ordine degli Avvocati di Torino nel 1883. La toga però le viene negata per la sola “colpa” di essere donna. Ma Lidia non si ferma e la sua determinazione e caparbietà faranno di lei una pioniera delle battaglie per l’emancipazione femminile, per l’introduzione del suffragio universale e per i diritti dei carcerati.
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