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Il Vaticano si esprime su Medjugorje: buoni i frutti, l’albero non si sa

Il Vaticano si esprime su Medjugorje: buoni i frutti, l’albero non si sa

Tratto da: Adista Notizie n° 33 del 28/09/2024

41978 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Il 24 giugno 1981, sei ragazzi croati, tra i 10 e i 16 anni, affermarono di aver parlato con la Madonna. Vivevano a Medjugorje, paesino remoto la cui economia era basata sulla produzione di tabacco, sulle viti e in cui le famiglie ricevevano i tagliandi del governo per ottenere i beni di prima necessità, e i francescani gestivano la vita religiosa. Questo paesino diventò il crocevia tra la storia delle apparizioni della Madonna e la storia della Jugoslavia, a partire dalla consapevolezza, sottolineata da tanti esperti, che le presunte apparizioni mariane in genere tendono a verificarsi dove una parte della popolazione cerca un riconoscimento identitario. Nel periodo immediato post-Tito, morto nel 1980, le apparizioni di Medjugorje furono anche considerate come un modo per i croati di quell’area di affermarsi in terra bosniaca, pericolosamente vicina a una fossa comune dei serbi massacrati dagli Ustaša, durante la Seconda Guerra Mondiale. Particolarmente legati alla gestione dei fenomeni di Medjugorje, e portavoce di queste rivendicazioni nazionaliste, erano i francescani della zona, che più tardi, nel conflitto nell’ex Jugoslavia degli anni ‘90, supportarono le milizie croate nelle operazioni di pulizia etnica.

Al netto di questo significativo contesto storico e geopolitico, dopo 43 anni di controversie sulla natura delle presunte apparizioni della Madonna “Regina della pace”, una Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede, presentata il 19 settembre in conferenza stampa, mette un punto a questa storia «lunga e complessa», che ha visto nei decenni l’avvicendarsi di un profluvio di commissioni, esperti, teologi, vescovi, impegnati in un tentativo di discernimento sui «fenomeni spirituali» di Medjugorje. I nuovi criteri stabiliti nel maggio scorso (v. Adista Notizie n. 20/24) per classificare gli eventi presunti sovrannaturali non prevedono più – se non in casi eccezionali – la definizione di soprannaturalità, e ora la decisione, per così dire, “salomonica” del nihil obstat adottata per i fenomeni che dal 24 giugno 1981 hanno portato milioni di pellegrini nella località della Bosnia Erzegovina e hanno dato vita a migliaia di gruppi di devoti in tutto il mondo, non entra nel merito della veridicità o meno degli eventi e salva i “frutti spirituali” che ne derivano.

Una decisione, dunque, che toglie dall’impaccio di dover trovare per forza una verità sulle presunte visioni e di stabilire se i messaggi debbano essere attribuiti alla Madonna, e che dà via libera invece ai pellegrinaggi e al culto, salvando così tutto il fenomeno devozionistico che ha trasformato in quattro decenni un remoto paesino in un centro di turismo e pellegrinaggio di prim’ordine. Con un giudizio sostanzialmente positivo sui messaggi, visti nel loro complesso come «testi edificanti», e definendo «eccellenti» i frutti spirituali delle numerose conversioni, vocazioni, pacificazioni familiari, riavvicinamenti alla fede, al culto e alla preghiera.

Formalmente, il nihil obstat è stato emesso dal vescovo di Mostar-Duvno, mons. Petar Palic, in accordo con la Santa Sede e stabilisce che i fedeli «possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico». Ciò non toglie, tuttavia, che un vescovo diocesano possa «prendere decisioni prudenziali nel caso vi siano persone o gruppi che «utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato».

L’attenzione viene spostata dai presunti veggenti (i quali, ha detto il prefetto del dicastero card. Victor Fernández in conferenza stampa, non sono stati contattati nel processo di elaborazione della decisione vaticana), che non devono essere l’obiettivo dei pellegrinaggi, a «un incontro con Maria, Regina della Pace». Fernández ha insistito sul fatto che Medjugorje rappresenta un fenomeno «in mezzo al quale», e non «a causa del quale» o «attraverso il quale», lo Spirito Santo «opera tante cose belle e positive», ricordando che «quando si riconosce un’azione dello Spirito Santo in mezzo a un’esperienza spirituale, ciò non significa che tutto quello che appartenga a quell’esperienza sia esente da ogni imprecisione, imperfezione o possibile confusione».

Ed è proprio la pace il nucleo dei «presunti messaggi» su cui tutti trovano un accordo: «Una visione teocentrica e molto ricca della pace, che non significa soltanto l’assenza di guerra ma ha un senso spirituale, familiare e sociale». Ma ricorrono spesso anche i temi del cristocentrismo, dell’azione dello Spirito Santo, della chiamata alla conversione, della preghiera, della centralità della messa, della comunione fraterna, della gioia e della gratitudine. Messaggi, per l’appunto, «edificanti», che esprimono «con parole differenti i costanti insegnamenti del Vangelo».

Accanto a questi, altre “esternazioni” appaiono più problematiche e, dice Fernández in sostanza, vanno prese con le molle e mai considerate in modo isolato. Problematiche, ad esempio, le presunte rivendicazioni, da parte della Madonna, di un piano di parità suo con Gesù nel disegno redentivo (e che erano proprie, con la richiesta del dogma di Maria corredentrice, del culto delle visioni di Amsterdam, rispetto alle quali il Dicastero qualche mese fa ha confermato il decreto di non constat de supernaturalitate, v. Adista Notizie n. 27/24). Ma anche le minacce di non apparire più, le espressioni ricattatorie, i toni irritati; oppure i presunti messaggi in cui la Madonna sembra «desiderare un controllo su dettagli del cammino spirituale e pastorale – richieste di giornate di digiuno o indicazioni di specifici impegni per i diversi tempi liturgici –, dando così l’impressione di volersi sostituire agli organismi ordinari di partecipazione»; l’insistenza sulla necessità dei fedeli di ascoltare i messaggi, anche se, osserva il documento, «è la stessa “Gospa” (Signora, ndr) che invita a relativizzare i propri messaggi. Afferma chiaramente, infatti, che cosa dobbiamo ascoltare: il Vangelo. Spesso la Madonna chiede che i suoi messaggi siano ascoltati, ma nello stesso tempo li sottomette al valore ineguagliabile della Parola rivelata nelle Sacre Scritture».

Il controllo sul futuro

Poiché allo stato attuale il fenomeno non è affatto concluso e presunte apparizioni continuano a essere annunciate giorno dopo giorno, l’impressione che si ricava dalla Nota del Vaticano è che si voglia cercare, in qualche modo, di controllare ciò che da ora in poi potrebbe verificarsi: il visitatore apostolico mons. Aldo Cavalli, incaricato da papa Francesco nel 2021 di approfondire gli aspetti pastorali del fenomeno per la parrocchia di Medjugorje, proseguirà infatti il suo compito, verificando che, «in ogni pubblicazione che raccolga dei messaggi, venga inclusa la presente Nota come Introduzione. Egli stesso opererà poi il discernimento di eventuali messaggi futuri – o di messaggi passati che non siano ancora stati pubblicati – e dovrà autorizzarne l’eventuale pubblicazione, alla luce dei chiarimenti sopra offerti. Ugualmente, prenderà le misure da lui considerate necessarie e guiderà il discernimento pastorale di fronte a nuove situazioni che possano presentarsi, tenendo informato questo Dicastero».

Una storia di 43 anni

Nel corso della conferenza stampa, rivisitando la complicata e spesso conflittuale storia di Medjugorje, è stato citato il rapporto della Commissione Ruini (2010-2014), che aveva valutato positivamente le prime sette apparizioni (24 giugno-3 luglio 1981), stabilendo che i ragazzi presunti veggenti, «psichicamente sani, non sono stati influenzati da nessuno e hanno concordemente attestato di vedere la Madonna che affidava loro messaggi di conversione e penitenza. Cioè, la devozione sorta a Medjugorje ha un’origine soprannaturale, è autentica», affermava il card. Camillo Ruini, trovando il sostanziale accordo di papa Francesco, che per la fase successiva delle apparizioni aveva parlato, nel 2017, di una “Madonna postina”: già nella Commissione Ruini si pensava per i fenomeni successivi «a un influsso esterno da parte di vari soggetti e le apparizioni diventano quasi “programmate”», ha osservato Fernández. Tuttavia il Vaticano ha scelto di non distinguere nel giudizio le due fasi e di assumere l’esperienza spirituale nel suo complesso, con un approccio puramente pastorale.

I veri problemi sono altri...

«Non posso fare a meno di chiedermi se la data del 19 settembre sia stata casuale oppure no. In questo giorno infatti si ripete quasi puntualmente da secoli il prodigio dello scioglimento del sangue di San Gennaro, avvenuto anche in questa data, scrivono le agenzie, alle 10.56 nella cappella del tesoro del Duomo di Napoli», osserva su La Stampa (20/9) il teologo Vito Mancuso. «Proviamo quindi a fare sintesi: Madonne che appaiono e mandano messaggi (per lo più catastrofici e ripetitivi, e che letti l'uno di fila all'altro lasciano un'impressione di ordinaria banalità), grumi di sangue di santi che si sciolgono in giorni fissati e poco dopo si rapprendono fino al prossimo promesso scioglimento, e poi voci nella notte, rivelazioni segrete, apparizioni nel cielo, profumi inebrianti, bilocazioni, profezie, stigmate, eccetera eccetera. È solo questo la religione? Se fosse così, avrebbe avuto ragione Karl Marx a parlarne in termini di “oppio dei popoli”, espressione peraltro che ancora prima si ritrova negli scritti di Kant». «Dico “oppio” – prosegue Mancuso – perché di contro che cosa c'è? Ci sono le lacrime e il sangue di innumerevoli esseri umani alle prese con crisi economiche e iniquità secolari che strappano milioni di persone dalla loro terra, alle prese con malattie terribili, a partire dalle oltre settemila malattie genetiche con cui si può nascere e da cui nessuna Madonna mai potrà guarire. E poi c'è l'immenso mare di stupidità in cui naufragano le coscienze contemporanee intossicate quotidianamente di panem et circences somministrati ormai a mani piene anche dalla tv di Stato che ha completamente smarrito la sua originaria missione educativa». Mancuso richiama invece la “Vergine Madre” di Dante, che sintetizza amore, eterna pace, carità, speranza: «Quella energia pulita e luminosa che rappresenta il carburante vitale per la nostra psiche disorientata e la medicina più efficace per la nostra radicata paura».

«Che importa quindi se a Medjugorje la Madonna appaia ad alcuni veggenti, oppure no? La terra dove nacque Gesù è dilaniata quotidianamente da un conflitto che non ha fine: perché la Madonna non appare a Netanyahu e al nuovo capo di Hamas? O a Putin? Perché tollera che i capi mafiosi abbiano le sue immaginette e portino la sua statua in processione e invece non appare loro facendo capire di quanta ignoranza e malvagità è intossicata la loro vita? Perché la Madonna non appare nei cellulari dei milioni di adolescenti che si nutrono senza sosta delle immagini e delle parole che fuoriescono da quello strumento sempre più micidiale, e che ormai non sanno forse più neppure una riga delle preghiere che per secoli e secoli le generazioni le rivolgevano?

Carmelo Bene un giorno scrisse “sono apparso alla Madonna”. Forse avremmo bisogno davvero di un'apparizione al contrario, che faccia decidere la Madonna a seguire altre vie per parlare agli uomini d'oggi e convertire le loro coscienze così bisognose di orientamento». I veri problemi, insomma, sono altri. 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza

 

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