Dieci anni fa nasceva a Brindisi il "Manifesto 4 ottobre". Un documento del gruppo fondatore
BRINDISI-ADISTA. Dieci anni fa nasceva a Brindisi, fondato da un gruppo di cattolici laici impegnati nella politica e nel sociale, il "Manifesto 4 ottobre", con l'intento di intervenire nella vita ecclesiale. Il gruppo, per celebrare l'anniversario della fondazione, ha redatto il documento che pubblichiamo
La nascita
Il “Manifesto 4 ottobre” è una lettera aperta che un gruppo di uomini e donne indirizzano alla chiesa locale di Brindisi e Ostuni il 4 ottobre 2014. Si definiscono “laici che fanno riferimento al Vangelo e alla Costituzione della Repubblica”. Il 4 ottobre, oltre ad essere la data del suo lancio, è anche la festività di san Francesco dal quale il nuovo papa aveva preso il nome: una data che esprimeva coincidenze con le aspirazioni di rinnovamento che il documento conteneva. Si trattava di un appello in cui si manifesta un disagio ad accettare l’attuale modello di chiesa. Scrivevamo: “Le chiese occidentali vivono come in un inverno culturale. Manca loro quella speranza che è il punto forte di altre chiese non europee. Questo inverno ecclesiastico ha due facce: l’identificazione esclusiva del cristianesimo con la civiltà occidentale e un modello di vita di chiesa che ruota solo attorno alla dottrina e al diritto canonico”. Eravamo incoraggiati dal nuovo papa: “Papa Bergoglio, soprattutto con le sue scelte e il suo stile di vita, è convinto che non farebbe giustizia alla logica dell’incarnazione pensare ad un cristianesimo monoculturale e monocorde e cerca di riportare la fede cristiana, fiaccata e stanca in Occidente, al suo centro evangelico e alla radicalità evangelica, attingendo (senza un facile copia-incolla perché le differenze culturali, religiose, sociali e politiche sono troppo grandi) alla freschezza umana e spirituale dell’America Latina”.
Alcuni contenuti
Il “Vangelo senza zavorra” come ritorno all’essenziale della fede cristiana.
“Una chiesa povera e la necessità della riforma della istituzione ecclesiastica”.
“Chiesa povera e potere esterno” in cui auspicavamo “più profezia”.
“Chiesa povera e potere interno” sulla scia del patto delle catacombe del 16 novembre 1965 come modello ispiratore per i vescovi.
“La “molestia spirituale” e il primato della coscienza responsabile” per riaffermare il primato della coscienza.
“Donne e chiesa, nel sud” in cui ci chiedevamo: “Non sarebbe ora di mettere fine al paradosso di una chiesa che è donna e la cui gerarchia è composta solo da maschi?”
Sulla base di questi presupposti teorici indicavamo alcune iniziative concrete come quella “che in ogni periferia (quartiere o paese) si mettano in atto opportune iniziative di ascolto, di ricerca e di studio” per incontrare tutte le persone impegnate per il bene dell’uomo; la trasparenza dei bilanci delle diocesi; la trasformazione della beneficenza in opere di carità e giustizia; la rinuncia da parte di vescovi e preti ai titoli onorifici; l’assunzione di una prospettiva di sinodalità permanente nelle decisioni più importanti, la preparazione comunitaria dell’omelia domenicale e l’ascolto dei commenti dei partecipanti all’ingresso della chiesa; la proposta di “momenti di preghiera presieduti ed animati da donne come avviene ormai in molte chiese del mondo cattolico e a creare gruppi di ascolto per il sostegno contro la violenza alle donne in ogni parrocchia”.
Reazioni
Il “Manifesto” non ebbe risposte pubbliche, solo qualche messaggio privato di apprezzamento e una richiesta di incontro da parte della presidenza diocesana dell’Azione Cattolica. Quando i portavoce dei promotori, Cinzia Mondatore e Fortunato Sconosciuto, andarono a raccogliere le impressioni dell’Arcivescovo prima di rendere pubblico il documento, mons. Domenico Caliandro mostrò di aver notato, scettico, alcuni passaggi in cui ci lamentavamo che la nomina dei vescovi fosse ancora esclusiva prerogativa della curia romana. Quanto al resto disse semplicemente di sapere benissimo chi fossimo i promotori del documento. Nessun problema per la sua pubblicazione.
Sono trascorsi dieci anni e a rileggere il manifesto ci sembra che i suoi contenuti siano ancora del tutto validi. E con un duplice significato: di amarezza perché ignorati, di speranza perché, pur con i limiti personali di ciascuno di noi che nelle scelte di vita cerca di fare riferimento al Vangelo senza zavorra e alla Costituzione italiana, con molta umiltà e senza voler accusare nessuno, serenamente possiamo affermare che la crisi dell’attuale modello di chiesa gerarchica non è una invenzione nostra.
Fra i fatti più significativi in questi dieci anni ci hanno interessato:
- Il discorso di Firenze alla chiesa italiana di papa Francesco, del 10 novembre 2015, definito «Un’enciclica all’Italia» in cui indica un cambiamento di stile e di passo con alta ispirazione, centratura cristologica, orizzonte prospettico, forza del disegno, definizione dei confini, concretezza d’indicazioni.
- Se esiste un problema di credibilità, se il Vangelo oggi fatica a passare, senza cercare alibi, dobbiamo riconoscere che questo avviene soprattutto per la responsabilità, per l’inadeguatezza della struttura ecclesiastica. Il cattolicesimo come stazione di servizio dei sacramenti o come agente sociale e religione civile, anche la voce di una chiesa locale che si presenta come una “ong”, con iniziative sociali concrete, non sembrano più esprimere fedeltà al Vangelo e non sembrano fermare lo scisma sommerso, silenzioso e indifferente, di tanti laici adulti, giovani e, soprattutto, donne. È difficile, perciò, sostenere che vi sia stata una ricezione “viva” del discorso del Papa anche nella nostra diocesi.
- La diocesi di Brindisi-Ostuni veniva interessata (2015-2017) da tre casi giudiziari riguardanti preti accusati di pedofilia o di pedopornografia dalla giustizia civile. Allontanati dal loro incarico, conservavano lo stato presbiterale. Abbiamo chiesto segnali più chiari all'arcivescovo ma soprattutto un percorso formativo per i presbiteri non separato dalla comunità e dalla vita concreta della società. Inoltre, abbiamo chiesto “l’istituzione di una Commissione di indagine che, come avvenuto nelle diocesi di Bressanone e Verona, studi il fenomeno per individuarne le cause strutturali, difenda le vittime, non abbandoni nello stigma gli accusati ed i colpevoli”.
- Il 9 dicembre 2022, Giovanni Intini è stato nominato da Papa Francesco Arcivescovo di Brindisi-Ostuni. Ed è l’unico fatto nuovo della vita diocesana. Già prima della sua nomina segnalavamo:
“La vita diocesana, in cui non mancano semi nascosti di fermenti evangelici, soffre di un clericalismo accentuato, ha sofferto per alcuni casi di pedofilia di esponenti del clero, fatica a staccarsi da un cattolicesimo sociologico, in essa la profezia latita, vive di molta rassegnazione e di poca speranza in un possibile cambiamento”.
“La nostra diocesi si trova in una provincia con il reddito più basso della regione, alta disoccupazione, lavoro precario e insicuro, emigrazione giovanile e invecchiamento della popolazione, livello di istruzione tra i più bassi d’Italia, spopolamento, servizi pubblici essenziali carenti, criminalità organizzata saldamente insediata, corruzione e pubblica amministrazione in più casi asservita a interessi di parte, una diffusa cultura misogina e maschilista, un inquinamento ambientale difficilmente sanabile. Eppure, nelle comunità cristiane ed anche al di fuori di queste sono tante le pratiche, di singoli e di gruppi, che testimoniano come una società diversa e alternativa, cioè solidale e amichevole, è possibile”.
- I drammi delle due guerre in atto: il 24 febbraio 2022, l’invasione russa dell’Ucraina; il 7 ottobre 2023, la guerra Israele-Palestina e il drammatico e interminabile genocidio del popolo palestinese a Gaza. Non ha senso pensare e riflettere sulla nostra vita locale e religiosa se la pace non diventa obiettivo primario per i singoli e le comunità religiose, se il militarismo è cultura quotidiana di tanti cattolici, se l’obiezione di coscienza alla guerra non diventa centrale nella vita di donne e uomini che si dicono “cristiani”.
Il blog
In dieci anni sono stati pubblicati 400 post, di questi 78 hanno riguardato recensioni, 10 “testimoni”, 46 la riforma della chiesa (cattolica) in “una chiesa liberata” e 13 la ricerca di una nuova spiritualità (“umano molto divino”). I visitatori sono stati 10.000 con oltre 20.000 pagine consultate. Si trovano resoconti di incontri con il pastore emerito valdese Paolo Ricca, recentemente scomparso, con Carla Ricci su Maria di Magdala nei testi apocrifi.
Abbiamo dato spazio a quanti sono impegnati perché le persone LGBTQ+ trovino riconosciute le loro aspirazioni nelle comunità cristiane e perché lo scandalo degli abusi spirituali e sessuali diventi argomento di aperta riflessione nelle assemblee e non continui ad essere sottovalutato.
I quaderni
Nei dodici quaderni, per lo più digitali, si trovano il testo del manifesto4ottobre del 2014, gli incontri con Frei Betto, Adele Corradi, Antonietta Potente, con Gabriella Falcicchio e Beppe Pavan sulla violenza di genere, Maria Soave Buscemi, Virginia Mariani e Lia Caprera su Maria di Magdala; Cinzia Mondatore, Angela Citiolo, Alba Monti, Cristina Mangia sul tema “Con sguardo di donna”, Raniero La Valle su Politica economia e ambiente nel pensiero di Papa Francesco.
Incontri
• Lotta alle povertà. Incontro con Mondatore, Mitrugno, De Mita, Guadalupi, Sarno e Sterpini, 2014
• Politica economia e ambiente nel pensiero di Papa Francesco, 2015
• Con sguardo di donna, 2015
• Non c’è Cristo che tenga. Presentazione del libro di Franco Tommasi, 2017
• Maria di Magdala: Va dai miei fratelli e sorelle e dì loro, 2017
• Vocazione cristiana, una questione laica, Augusto Cavadi, 2018
• Cinquantesimo anniversario dell’assassinio di Martin L. King, con Gabrielli, Posi, Falcicchio, Colizzi, 2018
• “don Tonino Bello; la pace, realismo di una utopia”, con Francesco Comina 2018
• L’amata di Gesù e le altre, Carla Ricci e Annastella Carrino, 2018
• Uomini e donne in cammino: alle radici delle violenze 2019
• Non sono la costola di nessuno, con Paola Cavallari, 2022
• Storia di una sconfitta. Carlo Maria Martini e la Chiesa in Europa. Presentazione del libro di Francesca Perugi in dialogo con Maria Paiano
• Cristiani per il socialismo, con Luca Kocci con l’Ass. Di Vittorio, 2023
• Jacques Gaillot, Vescovo senza frontiere, con Lorenzo Tommaselli, 2023
Prese di posizione
Sui casi di abusi sessuali nel clero di Brindisi
Sulle proteste razziste contro un centro di accoglienza per minori non accompagnati
Lettera aperta: la nomina dei vescovi e il vescovo che verrà a Brindisi-Ostuni.
Collegamenti
Manifesto4ottobre fa parte della rete nazionale di Viandanti, è in collegamento con “Archivio per l’alternativa Michele Di Schiena”, con ADISTA, con FINESETTIMANA, con NOI SIAMO CHIESA, con Quotidiano di Puglia e con La Gazzetta del Mezzogiorno e con altri blog.
Quelli che ci hanno lasciato
Vogliamo ricordare gli amici di cammino e di ricerca che sono morti in questi anni, Michele Di Schiena e Raffaella Guadalupi. Ricordiamo anche quanti ci hanno aiutato con la loro riflessione e il loro esempio: Armido Rizzi, Josè Maria Castillo, Jacques Gaillot, Roger Lenaers, Gianni Avena, Giovanni Franzoni, Carlo Molari, Vittorio Bellavite, Antonio Vermigli.
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