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Acqua e DL Ambiente: buona la seconda. Ma occorre continuare a vigilare

Acqua e DL Ambiente: buona la seconda. Ma occorre continuare a vigilare

Per ora il pericolo sembra scongiurato, ma non è ancora giunto il momento di abbassare la guardia, anzi. È questo il messaggio contenuto nella nota diramata ieri dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, nella quale l’organizzazione si dice rasserenata per lo stralcio, nel DL Ambiente n. 153 pubblicato lo scorso 17 ottobre in Gazzetta Ufficiale, della norma presente nella precedente bozza che avrebbe concesso alle società partecipate dagli Enti locali (EE.LL.) di cedere a soggetti privati quote di partecipazione pubblica nella gestione dell’acqua. Quella norma “incriminata” – oggetto di un allarme lanciato dallo stesso Forum a inizio ottobre, dopo l’analisi delle bozze del DL (v. Adista) – avrebbe aperto la strada alla definitiva privatizzazione del servizio.

Ma attenzione, avverte il Forum: «Se da un lato una “manina” ha opportunamente cancellato dal deliberato la privatizzazione delle In House, dall’altro, altri provvedimenti, contenuti nella Legge di Stabilità in via di approvazione dal Parlamento, rappresenterebbero solo un rinvio nel dover mettere sul mercato altro patrimonio pubblico in questo caso rappresentato dalla gestione di questo servizio pubblico. Uno su tutti è rappresentato dall’ennesimo taglio di trasferimenti statali nei confronti degli EE.LL. previsto per i prossimi 5 anni, pari a 1.350 ml di euro, che colpirà questi ultimi ingabbiandoli nella ormai fantomatica “trappola del debito” nonostante essi vi partecipino per un’infinitesima parte».

D’altra parte, ribadisce il Forum, la volontà del governo Meloni di affossare la volontà popolare espressa nei referendum di giugno 2011 sembra evidente, ed è confermata anche dall’insistenza del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin sull’avvio del nucleare civile. Tra l’altro, il rilancio del nucleare in Italia è stato bocciato a giugno 2011 per la seconda volta, dopo il primo referendum nel 1987.

L’atteggiamento della società civile che si è mobilitata per il diritto all’acqua pubblica resta dunque di vigilanza sull’attività parlamentare «perché la “manina” che ha cancellato l’ingresso dei privati nelle partecipate pubbliche non torni a metterci una zampa nella più totale indifferenza anche di quelle forze politiche che all’epoca sostennero il referendum».

Parallelamente, il Forum annuncia di aver quasi terminato la redazione del testo «del nostro ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU) perché venga finalmente riabilitato e rispettato l’esito referendario del 2011 e, oltre al servizio idrico, anche tutti gli altri servizi pubblici locali possano essere gestiti attraverso Enti di Diritto Pubblico fuori dalle regole del profitto e del mercato».

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