Ancora tragedie di migranti nel Mediterraneo: un appello a rompere il silenzio
«Il Mediterraneo continua a inghiottire vite» e noi «non possiamo restare a guardare». Così titola un accorato comunicato stampa dell’8 gennaio, diramato dall’associazione “Don Bosco 2000” – con sede a Piazza Armerina (EN), promuove la cooperazione e lo sviluppo locale e internazionale attraverso attività sociali, solidali, educative e professionali – di fronte al dramma delle migrazioni via mare che ha funestato anche queste festività natalizie. «Il Mediterraneo – si legge – continua ad essere teatro di tragedie che ci interpellano profondamente come comunità internazionale e come umanità».
I 47 migranti (egiziani, sudanesi, siriani, marocchini e banglini) soccorsi dalla ong ResQ-People Saving People sono «tutti uomini in fuga da guerre, persecuzioni, povertà e disperazione», ma questo salvataggio rappresenta «solo un episodio in una crisi che non accenna a placarsi». Altri casi, infatti, non hanno avuto lo stesso felice esito: «Lunedì scorso, un gruppo di 55 persone ha lanciato un allarme mentre si trovava in pericolo nel Mediterraneo centrale, tra Libia e Tunisia. Di loro, purtroppo, non si hanno più notizie. A rendere ancora più drammatico il quadro, l’ennesima tragedia al largo dell’isola di Rodi, dove sono stati ritrovati i corpi senza vita di due giovanissimi: un adolescente e un bambino. Le temperature rigide, il mare agitato e il vento impetuoso non fermano le partenze, ma continuano a mietere vittime innocenti».
L’associazione lancia un appello all’Europa, affinché «si faccia carico di questa emergenza» attraverso il salvataggio e l’accoglienza. Invita le istituzioni a non rassegnarsi di fronte alle tragedie del mare, e chiede ai Paesi che affacciano sul Mediterraneo di «fare squadra per garantire il massimo della dignità a ogni essere umano».
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