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Parroco di Aleppo racconta violenze, insicurezze e speranze della nuova Siria

Parroco di Aleppo racconta violenze, insicurezze e speranze della nuova Siria

Ieri, in Siria, il ministro degli Esteri del gabinetto provvisorio Asaad al-Shaibani ha annunciato la formazione del nuovo governo. Sarà in carica dal primo marzo prossimo e ccostituirà l’organo preparatorio (due le donne su sette elementi) per una conferenza di dialogo nazionale. Esecutivo e conferenza, riferisce in un lancio odierno l’agenzia AsiaNews, «intendono essere il più possibile “rappresentativi” del popolo siriano, tenendo conto delle “diversità” ha aggiunto l’alto funzionario a margine del Vertice mondiale dei governi negli Emirati Arabi Uniti (Eau)». Il mese scorso Ahmed al-Sharaa, leader di Hayat Tahrir Al Sham (Hts) protagonista della rivolta conclusa con la destituzione di Bashar al-Assad ora in esilio a Mosca, «è stato nominato presidente ad interim e le nuove autorità sono ora pronte a formare una legislatura di transizione». Fra gli obiettivi della nuova leadership islamista - che, sottolinea AsiaNews, «afferma di aver abbandonato le origini jihadiste» - «il rilancio dell’economia e la cancellazione delle sanzioni occidentali».

Il servizio di AsiaNews è arricchito dalla testimonianza di p. Bahjat Karakach, parroco della chiesa di san Francesco d’Assisi ad Aleppo del parroco di Aleppo. Ecco il suo “reportage” sulla Siria:

«Scrivo per aggiornare sulla situazione attuale in Siria, una nazione che continua a vivere momenti di grande instabilità, in cui tensioni geopolitiche rischiano di compromettere ulteriormente il futuro della nostra terra. Infatti, il Paese resta ancora diviso: la regione nord est è ancora sotto controllo delle milizie curde, sostenute dagli Stati Uniti; al sud assistiamo all’espansione della presenza militare israeliana, vicino alle alture del Golan, una mossa che continua a suscitare nuove preoccupazioni di un possibile aumento delle tensioni nella regione.

All’interno dei nostri territori controllati dalle nuove autorità, sotto la guida dell’ormai presidente della Repubblica Ahmed Al-Sharaa, si vive con grande insicurezza: una forte instabilità della lira siriana rende quasi impossibile le operazioni economiche; tutte le attività sono quasi ferme e il tasso di disoccupazione continua a crescere. Anche la sicurezza continua ad essere una reale preoccupazione: furti, omicidi, vendette, rapimenti, ecc. sono all’ordine del giorno.

Nonostante queste difficoltà, vi è un segnale di speranza che nasce dal cuore della nostra società. Sempre più i siriani, compresi i nostri giovani cristiani, stanno cominciando a interessarsi attivamente alla politica, spinti dalla volontà di contribuire alla rinascita del loro Paese. Ad Aleppo, a testimonianza di questo rinnovato impegno civico, la Chiesa cattolica ha avviato un’importante iniziativa: serate pubbliche settimanali dedicate alla formazione sulla dottrina sociale della Chiesa e al dialogo su temi scottanti. Questi momenti di confronto e approfondimento offrono ai partecipanti l’opportunità di riflettere sui valori della giustizia, della solidarietà e della pace, fondamentali per costruire un futuro migliore.

Da parte mia sto cercando di diffondere la dottrina sociale attraverso i canali social che ho avviato da qualche tempo: Add Alsama (https://www.youtube.com/@addalsama), creata da me tre anni fa con un giornalista cristiano, vorrebbe essere la voce dei cristiani in Siria. Dopo la caduta del regime [di Bashar al-Assad] e l’inserimento di materiale sulla dottrina sociale, abbiamo visto un aumento esponenziale dei nostri followers. Tutto ciò rappresenta un segno dell’interesse che i siriani nutrono per queste tematiche e della loro sete per una dottrina che li aiuti ad essere una parte attiva nel processo politico che è in atto. 

In questo contesto non possiamo non ricordare la recente visita ad Aleppo dell’inviato di papa Francesco, il card. Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, il quale ha sottolineato il ruolo cruciale che i cristiani possono e devono avere nella ricostruzione della Siria. Il porporato ha inoltre esortato tutti a lavorare insieme per un domani di riconciliazione e speranza. Le sue parole hanno infuso nuova fiducia in una comunità che, nonostante le sfide, continua a sognare un futuro di pace e unità.

Confidiamo dunque che il dialogo, l’impegno dei nostri giovani e la condivisione dei valori cristiani possano contribuire a una rinascita duratura per la nostra amata terra. Grazie al vostro costante sostegno, possiamo insieme alimentare questa luce di speranza che illumina il cammino verso un futuro migliore».

*Foto di Alessandra Kocman tratta da Flickr

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