
Il Messico pronto alle vie legali se Google Maps non tornerà a chiamare il Golfo del Messico col suo nome storico
Malgrado le spiegazioni giuntele più di due settimane fa da Google Map, la presidente del Messico Claudia Sheinbaum non recede dalla sua intenzione di agire legalmente contro la piattaforma per violazione della sovranità nazionale avendo sostituito il nome del Golfo del Messico con Golfo d’America.
Google è tornata a scrivere alla presidente messicana, spiegando di aver aggiornato la mappa perché il «Sistema informativo sui nomi geografici degli Stati Uniti (GNIS) ha ufficialmente aggiornato “Golfo del Messico” in “Golfo d'America”». Ha sottolineato infatti che, sebbene i trattati internazionali non regolino il modo in cui i fornitori privati rappresentano i nomi geografici, la loro azienda si impegna a chiedere consiglio a più fonti autorizzate per offrire ai propri utenti le informazioni più accurate possibili».
«Come annunciato per la prima volta due settimane fa, e in linea con le nostre politiche sui prodotti – è la rassicurazione di Google – abbiamo iniziato a implementare modifiche a Google Maps. Vorremmo confermare che le persone che utilizzano Maps in Messico continueranno a vedere "Golfo del Messico"», mentre chi si servirà del servizio dagli USA vedrà “Golfo d’America”.
Nella risposta alla lettera di Google, il Ministero degli Esteri messicano ha ribadito che il cambio di nome non può essere applicato al di fuori della porzione marittima controllata dagli Stati Uniti: questi ne controllano il 46%, mentre il resto appartiene al Messico con il 49% e a Cuba con il 5%. Se nulla cambierà il Messico adirà alle vie legali, ribadisce.
Il nome del Golfo del Messico risale al 1607 ed è riconosciuto dalle Nazioni Unite (ONU), quindi Sheinbaum mantiene la sua posizione secondo cui Google Maps «non ha alcun diritto sul nome della piattaforma continentale perché è divisa tra i tre Paesi».
*Foto ritagliata di Eneas De Troya tratta da Flickr
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