
«Viva l’Europa unita. Evviva l’Europa della pace»: la PerugiAssisi e la piazza di Roma
In piazza del Popolo, sabato scorso durante la manifestazione per l’Europa, c’era anche una rappresentanza della Fondazione Perugiassisi per la Cultura della Pace, con le sue bandiere espressione di un sogno europeo di pace e nonviolento: «È stata un’altra occasione per dire “Disarm Europe!”», si legge in una nota diramata ieri dalla Fondazione: «L’Europa che vogliamo è un’Europa di pace, un’Europa che deve ricominciare a lavorare per la pace, che deve fare ogni sforzo per fermare le guerre. Non per alimentarle. Senza usare due pesi e due misure. In Ucraina come a Gaza». Iniziativa, a quanto pare, che molti presenti in piazza non hanno apprezzato, sostenitori a spada tratta probabilmente dell’esigenza di un riarmo così come proposta dalla Commissione Europea.
La nota della Perugiassisi denuncia infatti che «per ore e ore hanno tentato in tutti i modi di farci chiudere la bandiera della PerugiAssisi ma non sono riusciti ad impedirci di dire che “La bandiera dell’Europa e la bandiera della pace camminano insieme”. Ci hanno escluso dal palco ma non ci potranno impedire di continuare ad impegnarci per la pace, contro il mostro della guerra e i piani di chi ci sta trascinando nel suo vortice, rendendoci ogni giorno più poveri e vulnerabili. La lotta per la pace è la lotta per il futuro».
La nota si chiude con il commento in piazza di Vittoria Ferdinandi (sindaca di Perugia): «Sono la prima sindaca donna della città che ha dato i natali ad Aldo Capitini. E per me è un’emozione enorme vedere oggi in questa piazza le bandiere che Aldo portò alla prima marcia della pace. Oggi siamo qui per immaginare un’Europa diversa. Perché un’Europa che dimentica le proprie origini è un’Europa che non sa guardare al futuro. Perché anche una fortezza, anche la più armata, se è priva dei valori che rendono uniti, può essere espugnata. Abbiamo bisogno di riscoprire il valore della pace, di non arrendersi all’idea che la guerra debba rappresentare sempre e necessariamente il presupposto di ogni ragionamento politico. Dobbiamo non aver più pudore nel dire che dobbiamo farci costruttori di pace perché siamo nati con questo sogno. Viva l’Europa unita. Evviva l’Europa della pace».
*Foto copertina della Fondazione Perugiassisi
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