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La destra fa saltare l'audizione degli attivisti di Mediterranea al Parlamento europeo sul caso dello spionaggio Paragon

La destra fa saltare l'audizione degli attivisti di Mediterranea al Parlamento europeo sul caso dello spionaggio Paragon

BRUXELLES-ADISTA. Ieri era prevista presso la Commissione Giustizia dell’Eurocamera, l’audizione di Don Mattia Ferrari e Luca Casarini, attivisti di Mediterranea, e vittime come altri dello spionaggio del caso Paragon, con malware militare “Graphite “ in uso ai servizi segreti. 

«Come è accaduto per il dibattito al Parlamento italiano, la destra unita (Lega, Fdi e Forza Italia) ha impedito che il parlamento europeo potesse ascoltare due cittadini italiani che sono vittime e testimoni di questa gravissima violazione delle libertà costituzionali: mettere sotto controllo con spyware attivisti e giornalisti scomodi per il governo, è tipico dei regimi - commenta Mediterranea in una nota -. La destra non vuole che se ne possa discutere, avrebbe voluto fin dall’inizio che questo caso fosse insabbiato, rifugiandosi prima nel “segreto di stato” e poi affidando alla opacità del Copasir, un argomento che meriterebbe invece una riflessione pubblica, viste le implicazioni con la Libia e l’attività criminale delle milizie. 

L’argomento usato per impedire l’audizione alla Commissione Giustizia, è stata “ci sono solo Ferrari e Casarini”. A parte che doveva relazionare anche un rappresentante di Meta oltre ai nostri attivisti, ma che significa? Non si potevano prevedere in seguito altre audizioni e intanto raccogliere queste testimonianze? Oppure il problema è che, come annunciato da anticipazioni di stampa, le prove di una vera e propria attività di sorveglianza, compresi pedinamenti e tentativi di intrusione nelle abitazioni dei testimoni delle attività criminali delle milizie libiche contro donne, uomini e bambini, fanno troppa paura al governo italiano? Noi saremmo ben contenti che ad essere auditi oltre a Mediterranea, ci fossero ad esempio il sottosegretario Alfredo Mantovano, o i funzionari dei servizi come il generale Giovanni Caravelli che cura i rapporti con le milizie libiche. E infatti abbiamo scritto alla Commissione proprio perché possano essere auditi anche loro, magari proprio il prossimo 23 aprile, data in cui è fissata e si spera mantenuta la nostra testimonianza. Alla destra, quella del “free speech” di Vance e Trump, va bene la libertà di parola solo quando riguarda l’istigazione all’odio, la propaganda contro i diritti umani, il razzismo? E invece quando qualcuno può mettere in difficoltà il potere, allora va spiato e imbavagliato? 

Noi non abbiamo paura. E se gli esponenti della destra europea e italiana hanno un briciolo di coraggio, si confrontino pubblicamente e davanti a tutti. Il 23 aprile saremo alla nuova audizione al Parlamento Europeo, il caso Paragon non verrà insabbiato».

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