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Turchia: non c'è contropartita per i curdi che abbandonano la lotta armata

Turchia: non c'è contropartita per i curdi che abbandonano la lotta armata

Si svolgerà in tre fasi il processo di disarmo del PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan) e sotto la supervisione degli Stati Uniti. La richiesta di abbandonare le armi rivolta al Partito dal leader Abdullah Ocalan era stata diffusa a Istanbul dai deputati del filo-curdo Dem che lo avevano incontrato nel carcere sull'isola di Imrali, nel mare di Marmara a sud di Istanbul, dove dal 1999 sta scontando l’ergastolo. Oggi, 12 maggio, è stato il PKK, tramite i propri organi d’informazione, informare della decisione del proprio scioglimento e della fine della lotta armata contro la Turchia. La road map prevede che i primi battaglioni del Pkk a disarmare saranno quelli dell'Iraq del nord, della provincia di Duhok, che deporranno le armi nella città di Amediye; i battaglioni attivi nella provincia di Erbil lasceranno le armi nei villaggi di Binar e Koysancak; mentre i gruppi dislocati nell'area di Suleymaniye abbandoneranno le armi a Seyid Sadik.

A guidare il processo di smantellamento del partito curdo, attivo dal 1978, sarà lo stesso Öcalan dal suo luogo di prigionia. 

Il presidente della Repubblica autonoma curda, Nechirvan Barzani, ha espresso la speranza che la decisione dello scioglimento possa portare a una soluzione con la partecipazione di altre parti in Turchia e che «la pace e la stabilità si diffondano nel Paese e nell'intera regione».

La Turchia per ora resta a guardare, sottolineando che non c’è contropartita per i curdi: «Nessuna promessa di federalismo, sono fake news».

*Foto ritagliata di Kurdishstruggle tratta da Flickr

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