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L’ex Macrico diventa “luogo di culto” per ottenere un finanziamento della regione Campania

L’ex Macrico diventa “luogo di culto” per ottenere un finanziamento della regione Campania

Tratto da: Adista Notizie n° 27 del 19/07/2025

42320 CASERTA-ADISTA. Un accordo fra Curia di Caserta e Regione Campania per indirizzare un mega-finanziamento regionale per il Giubileo di 15 milioni di euro alla «rigenerazione urbana» dell’ex Macrico, area di 33 ettari di proprietà ecclesiastica situata nel cuore di Caserta che da venticinque anni è al centro di una contesa fra chi vorrebbe renderla totalmente inedificabile e restituirla agli abitanti della città come parco pubblico e chi immagina dei progetti di riqualificazione, per il momento tutti falliti o fermi, che prevedono anche migliaia di metri cubi di cemento (v. Adista Notizie nn. 15, 20 e 28/23; 25, 33, 37 e 40/24; 13 e 18/25).

È questo quello che si muove lungo l’asse Napoli-Caserta, sul quale però si incontra una serie di ostacoli che i funzionari di via Santa Lucia a Napoli (sede della Regione guidata da Vincenzo De Luca) e di via del Redentore a Caserta (dove c’è il palazzo episcopale dell’arcivescovo mons. Pietro Lagnese) stanno cercando di rimuovere, con i placet dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero presieduto da mons. Luigi Testore e della Conferenza episcopale italiana, semmai dovessero arrivare.

Raccontiamo i fatti. Adista apprende da qualificate fonti della Regione Campania che l’ente presieduto da De Luca – giunto a fine mandato e non più candidabile, ma comunque in pista, dietro le quinte, per le prossime campagne elettorali regionali e casertane, il cui Consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche – intende erogare un finanziamento di 15 milioni per l’ex Macrico. Si tratta di una fetta consistente di un fondo complessivo di 50 milioni che la Regione ha stanziato per interventi finalizzati alla riqualificazione di aree ed edifici di culto presenti sul territorio in occasione del Giubileo.

Già a questo punto emerge il primo ostacolo: l’ex Macrico, in passato area militare, non è un luogo di culto e non ha funzioni di questo tipo, a meno che, con un’evidente forzatura, non lo si voglia considerare tale per la presenza della vecchia cappella della caserma piuttosto malmessa. Il secondo ostacolo è che il proprietario dell’area è l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc) di Caserta, che da statuto non può ricevere direttamente finanziamenti regionali.

Accantonata l’ipotesi di costituire un ente non profit ad hoc a cui l’Idsc avrebbe ceduto l’area ex Macrico per poter accedere ai fondi, la nuova idea che si sta facendo strada è che l’Istituto traferisca la proprietà del Macrico direttamente alla Diocesi, la quale potrebbe beneficiare del finanziamento regionale. Per saperne di più, Adista interpella il presidente dell’Idsc di Caserta, don Antonello Giannotti, il quale conferma la possibilità del finanziamento («aveva come destinatario l’Istituto, ma l’Idsc, per statuto, non può incassare questi fondi, semmai è la Diocesi che può farlo»), aggiungendo però che «in questo momento è tutto fermo, non c’è niente in atto, ci sono proposte, ma fra le proposte e i fatti passerà del tempo e non è detto che vadano a buon fine, siamo in una fase di studio». L’unica certezza, sottolinea, è che «attualmente l’Idsc è il proprietario dell’area, sta provvedendo alla sua manutenzione, l’ha aperta alla città, dando ai casertani la possibilità di entrare nel Macrico, di godersi il verde e respirare un po’ di aria pura. Su cosa intenda fare la Diocesi non sono ingrado di dire nulla. Perché non provate a sentire direttamente l’arcivescovo?».

Adista raccoglie il suggerimento e contatta telefonicamente mons. Lagnese, il quale però, essendo impegnato in un’altra conversazione, promette di richiamare o di farci richiamare. Impegno mantenuto, almeno in parte, perché alcune ore dopo Adista riceve una nota firmata da mons. Giovanni Vella (vicario generale della diocesi, nonché presidente della Fondazione “Casa Fratelli Tutti”, creata anni fa per gestire il progetto di rigenerazione urbana del Macrico) avente per oggetto «Notizie richieste in merito al finanziamento consesso (sic!) dalla Regione Campania per la rigenerazione stralcio del “Campo Laudato si’ Caserta”», nome che dovrebbe assumere il “nuovo” Macrico. La nota con la “risposta” è giunta anche se Adista non aveva fatto in tempo a porre le domande a mons. Lagnese: evidentemente c’è stato uno scambio di informazioni fra don Giannotti e la Curia. «La Diocesi di Caserta e il locale Istituto diocesano per il sostentamento del clero», si legge nella nota di mons. Vella, «preso atto del finanziamento concesso dalla Regione Campania a sostegno della proposta progettuale per la rigenerazione stralcio del futuro “Campo Laudato si’ Caserta”, stanno valutando, di concerto con la stessa Regione, gli atti idonei affinché si possa dare corso all’utilizzo di detto stanziamento».

Manca un ultimo passaggio, ovvero l’Istituto centrale per il sostentamento del clero (Icsc), da cui dipendono tutti gli istituti diocesani e che ha l’ultima parola quando sul tavolo ci sono patrimoni immobiliari particolarmente consistenti, come è appunto l’area ex Macrico. Adista chiede al presidente dell’Icsc se intende autorizzare l’operazione – ovvero il trasferimento dell’area dall’Istituto alla diocesi, così da poter accedere al finanziamento regionale – e, in tal caso, come può considerarsi l’ex Macrico un luogo di culto (come prevede la norma regionale che regola la concessione del finanziamento). La risposta appare interlocutoria: «L’Istituto centrale è ancora in una fase di studio della questione per esprimere poi un parere preventivo all’Idsc di Caserta, che verrà sottoposto a successiva valutazione ed eventuale autorizzazione da parte della Cei. I predetti passaggi autorizzativi dovrebbero avvenire nei prossimi mesi».

Si vedrà cosa accadrà. Tuttavia fin da ora è possibile evidenziare alcuni elementi quantomeno di perplessità attorno all’operazione che dovrebbero suggerire un attento esame da parte degli attori in campo, a cominciare dalla Cei. Cosa c’entra l’ex Macrico con la riqualificazione di aree ed edifici di culto? È possibile che un ente pubblico come la Regione destini un finanziamento di tale entità per un’area “grigia”, che attualmente non ha una precisa destinazione d’uso nel Piano regolatore? (la storica campagna del comitato cittadino “Macrico Verde” punta alla classificazione “F2”, verde pubblico, totalmente inedificabile). Come e perché verranno utilizzati questi fondi, qualora venissero effettivamente erogati alla Diocesi? Tornano alla memoria le parole profetiche dell’ex vescovo di Caserta mons. Raffaele Nogaro, da sempre in prima linea contro qualsiasi tipo di speculazione, che a proposito dell’ex Macrico, nell’omelia durante la messa di fine anno del 2000 (v. Adista Notizie n. 9/00), disse: «Sono sempre stato dell’idea che meno beni ha la Chiesa, più bene sta».

*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

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