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Organizzare la speranza con un’alleanza contro l’esclusione

Organizzare la speranza con un’alleanza contro l’esclusione

Tratto da: Adista Documenti n° 39 del 08/11/2025

Qui l'introduzione a questo testo. 

Riuniti a Roma, dal 21 al 24 ottobre 2025, nel nostro V Incontro Mondiale celebrato a Spin Time Labs – una comunità organizzata dove la solidarietà e la speranza diventano realtà per chi è scartato dal sistema –, ci riconosciamo come popoli in cammino, carichi di vita solidale e fraterna, ma anche consapevoli delle sofferenze che vivono i nostri fratelli e sorelle nelle periferie di questo pianeta e del dolore che attraversiamo in un tempo difficile che e ci interpella e ci richiede nuovi sforzi.

Vogliamo condividere con il mondo questo messaggio, frutto di un processo collettivo iniziato nel 2014 con papa Francesco, per rafforzare il dialogo tra la Chiesa e i movimenti popolari, nel quale riaffermiamo con grande fermezza la necessità di terra, casa e lavoro per tutti, come base della giustizia sociale.

Nel contesto attuale, segnato da disuguaglianze crescenti e profondi cambiamenti, dobbiamo far fronte a nuove sfide che non ci devono lasciare indifferenti e che, come umanità, dobbiamo trasformare affinché tutte le persone possano vivere con piena dignità.

Viviamo in un mondo fratturato e ferito dalla violenza, dall’ingiustizia e dal disprezzo della dignità umana.

I segni dei tempi ci interrogano con forza. Oggi esistono più di 50 conflitti armati attivi nel mondo, il numero più alto registrato dalla Seconda guerra mondiale, che seminano morte e desolazione. In soli 23 mesi di guerra in Palestina, più di 20.000 bambini e bambine hanno perso la vita.

Le disuguaglianze economiche non cessano di aumentare: l’1% più ricco della popolazione mondiale accumula più ricchezza del restante 99%, concentrando un potere che influenza le decisioni politiche globali, relegando i più vulnerabili e violando la dignità inalienabile di ogni persona.

La precarietà del lavoro si aggrava a livello mondiale, con un tasso di informalità che colpisce già il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici, raggiungendo un preoccupante 80% in alcuni Paesi. Ciò significa che la grande maggioranza dell’umanità lavora senza diritti fondamentali né protezione sociale.

Non si tratta di un problema marginale, ma di un processo attivo di precarizzazione promosso dal sistema economico, che genera un’emarginazione di massa dal mondo del lavoro formale. Di fronte a questa realtà milioni di persone non si rassegnano, ma inventano il proprio lavoro ai margini per sopravvivere: cartoneros, venditori ambulanti, lavoratori della terra, lavoratrici del settore della cura, tessitori e tanti altri. Tuttavia, anche se creano comunità e sostengono la vita, i lavoratori e le lavoratrici dell’economia popolare restano senza accesso a numerosi diritti fondamentali.

La disoccupazione, le condizioni precarie, l’insicurezza e gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali e i salari da fame non sono fenomeni isolati, ma diverse facce della stessa medaglia della negazione del diritto al lavoro dignitoso.

Nel 2024, più di 2.500 migranti sono morti o scomparsi tentando di attraversare il Mediterraneo verso l’Europa, fuggendo dalla guerra, dalla fame e dalla disperazione. Invece dell’ospitalità, troviamo una crescita allarmante dell’odio verso i più poveri. Le autorità europee continuano a criminalizzare i soccorsi in mare portati avanti dalle navi della società civile organizzata nella Civil Fleet. La criminalizzazione della solidarietà è uno dei tratti distintivi della disumanità che tiene il mondo in ostaggio.

A questa tragedia si aggiunge quella di milioni di persone senza casa, che non hanno un tetto sotto cui rifugiarsi.

Gli incendi che ogni anno distruggono milioni di ettari di foreste, l’inquinamento delle acque, lo sfruttamento estrattivista e l’urgenza di riparare il danno ambientale causato da un modello economico predatorio, così come la cosiddetta transizione energetica che non rispetta le terre dei popoli, aggravata dallo sfruttamento dei minerali necessari per la nuova tecnologia e l’industria delle armi. Questo modello non solo devasta il pianeta, ma perpetua anche la violenza di genere, causando sofferenza e morte a migliaia di donne.

Allo stesso tempo si intensifica la criminalizzazione della povertà e dei leader delle comunità organizzate. Reclamiamo anche il diritto universale alla salute e all’assistenza medica come condizione indispensabile per una vita dignitosa.

I movimenti popolari hanno martiri: fratelli e sorelle che hanno dato la vita per la loro coerenza militante e la loro lotta per la giustizia, la terra, la casa e il lavoro, così come molti perseguitati e incarcerati per difendere la dignità degli esclusi.

Tuttavia, in mezzo a queste ombre, non siamo soli. Papa Francesco ci ha accompagnati con la sua testimonianza profetica, il cui appello a una Chiesa in uscita, samaritana e misericordiosa, ci ha incoraggiato nel cammino. Ora, papa Leone XIV ci ha assicurato che è con noi, incoraggiandoci a perseverare nella missione di portare la speranza alle periferie.

Prossimi passi: ciò che proponiamo al termine del V Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari

Papa Leone XIV, nel suo messaggio all’incontro, ci ha invitato a riflettere sulle “cose nuove” che siamo chiamati a fare con e per coloro che vivono nelle periferie delle nostre comunità: «Le cose nuove viste dalla periferia e il vostro sforzo, che non si limita a protestare ma cerca anche soluzioni», ha detto papa Leone XIV.

Quali sono queste cose? Quali le nuove strategie e strumenti che dobbiamo considerare per rafforzare i nostri movimenti popolari, approfondire il nostro legame con la Chiesa, soddisfare i bisogni materiali dei nostri fratelli e sorelle nelle periferie e rinnovare la faccia della terra?

1. Impegnarci in azioni strutturali, economiche e politiche che ci uniscano

Proposte per lo sviluppo umano integrale identificate questa settimana nei pilastri di Terra, Casa e Lavoro:

Diritto al lavoro dignitoso e sicuro: riconoscimento delle attività svolte da chi lavora in condizioni di precarietà assoluta, garantendo sicurezza e salute sul lavoro.

Diritti del lavoro e sociali universali: promuovere il reddito di base universale come riconoscimento del lavoro non retribuito e come garanzia di sussistenza; ridurre l’orario di lavoro per redistribuire il lavoro e migliorare la vita. Difendere l’accesso universale all’educazione e alla sanità pubblica di qualità.

Pace con giustizia sociale: rifiutare e denunciare attivamente guerre e genocidi, che colpiscono sempre i più poveri, e promuovere la risoluzione pacifica dei conflitti.

Sovranità economica: lottare per la cancellazione dei debiti esterni illegittimi che soffocano i nostri Paesi e condizionano le politiche pubbliche a scapito del popolo.

Uguaglianza di genere: combattere attivamente la violenza maschile e tutte le forme di oppressione contro donne e diversità, promuovendone il protagonismo nelle organizzazioni e nella società.

Democrazia popolare: rafforzare la partecipazione e il potere popolare per contrastare le élite economiche e finanziarie che oggi sequestrano la democrazia.

Diritti dei migranti: difendere la piena cittadinanza e i diritti delle persone migranti e rifugiate, combattendo la xenofobia e le politiche repressive.

Giustizia ecologica e sovranità sui beni comuni: affrontare la crisi climatica dal punto di vista dei popoli, rifiutando il modello estrattivista e le false soluzioni che mercificano la natura, difendendo i nostri territori.

2. Rafforzare le nostre piattaforme come movimenti popolari e Chiesa

I nostri movimenti potranno progredire solo se supereremo l’isolamento e la frammentazione. Non basta rafforzare le nostre comunità: dobbiamo tessere alleanze più ampie, reti di reti, che colleghino il locale con il globale. Solo una comunità veramente organizzata può sostenere processi di trasformazione duraturi e una solidarietà che non lasci indietro nessuno.

Proponiamo di portare alle comunità locali, città e regioni la piattaforma elaborata qui a Roma insieme al messaggio di papa Leone XIV, diffondendola nelle Chiese e diocesi locali. Vogliamo promuovere nuove forme di presenza e testimonianza che aiutino a risvegliare la coscienza di ampi settori dei nostri Paesi e ispirino più persone.

Affermiamo la necessità di rinnovare la nostra alleanza mondiale, tessuta da ogni territorio e esperienza locale, tra movimenti organizzati, società civile, Chiesa cattolica e tutte le tradizioni religiose che condividono il sogno di un mondo centrato sulla persona e sulla sua dignità, non sul profitto. Un’alleanza capace di unire uomini e donne di buona volontà per costruire un’umanità fondata sulla fraternità, l’uguaglianza e la giustizia, dove pace e giustizia si abbracciano.

3. Progettare nuove strategie di politiche pubbliche

Proponiamo di sviluppare strategie che partano sempre dalla base: dai bisogni, dalle storie e dalle realtà locali, per dare vita a campagne regionali e nazionali capaci di influenzare le strutture disumane del sistema.

È necessario coinvolgere le nostre comunità, grandi e piccole, affinché agiscano in modo coerente nei territori, avvicinandosi alle persone vulnerabili e ai danni che subiscono. Questo deve avvenire in modo continuo e coerente, manifestando una solidarietà sempre più profonda.

Tali azioni locali devono intrecciarsi in manifestazioni coordinate di solidarietà a livello regionale, nazionale e internazionale.

4. Globalizzare la lotta dei movimenti popolari e rafforzare la nostra capacità comunicativa e l’unità

Dobbiamo imporre la nostra voce e rendere visibili le realtà delle periferie, rompendo il silenzio mediatico che ci invisibilizza o stigmatizza. La nostra forza risiede nell’organizzazione, ma per ottenere le trasformazioni necessarie dobbiamo ampliare la nostra base sociale e coinvolgere nuovi settori nella lotta per Terra, Casa e Lavoro.

Proponiamo di sviluppare nuove forme di partecipazione e comunicazione che formino atteggiamenti e convinzioni basate sulla solidarietà e sulla cura della nostra Casa Comune.

Accogliamo la sfida di promuovere un cambiamento narrativo che contrasti i discorsi d’odio e di rassegnazione, affermando chi siamo, chi rappresentiamo e perché lottiamo, in connessione con i valori e le aspirazioni profonde dei nostri popoli.

Inoltre, dobbiamo orientare lo sviluppo tecnologico affinché serva il bene comune e lo sviluppo umano integrale, e non gli interessi del capitale finanziario e speculativo.

Occuperemo attivamente lo spazio digitale, usando la tecnologia, i dati e gli strumenti virtuali non solo per diffondere il nostro messaggio, ma soprattutto per rafforzare l’organizzazione, la mobilitazione e la partecipazione della nostra base sociale, collegando l’azione in rete con la lotta territoriale.

Ringraziamo profondamente le parole di papa Leone XIV: «Sono con voi!». Un sostegno di immenso valore per camminare insieme, Chiesa universale e locale, nelle strategie di non violenza attiva che portiamo avanti come denuncia e azione profetica contro l’esclusione e la disumanità.

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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