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MONS. SEPE SPIEGA I VANTAGGI "SPIRITUALI" DELLA "CARTA DEL PELLEGRINO"

Tratto da: Adista Documenti n° 74 del 27/10/2007

29751. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Quello del 2000 indetto da Karol Wojtyla sarà il primo grande Giubileo che viaggerà quasi del tutto sulle autostrade dell'informatica più sofisticata e avveniristica: preghiere, cerimonie, spettacoli, maxiraduni, albergamento dei pellegrini nelle case religiose, instradamento negli itinerari indulgenziali, accesso dei pullman nel grande parcheggio extraterritoriale e quant'altro fa Giubileo, sarà meticolosamente programmato su un maxisistema informatico che la S. Sede sta già approntando per la tranquillità dei pellegrini. Se qualche timore turba i prelati preposti all'organizzazione, esso si riferisce soltanto ai possibili ritardi del Comune di Roma nella "consegna" delle grandi strutture viarie attorno a San Pietro.Le informazioni alla stampa sono state fornite nella sala stampa della S. Sede da Luca de Mata che sta curando il grande sito internet del Giubileo, da Francesco Silvano, manager a capo delle telecomunicazioni e informatizzazioni giubilari, dall'arci-vescovo Crescenzio Sepe che, avendo già in precedenti comunicazioni chiarito la dimensione spirituale e religiosa del Giubileo, si è riservato di delucidare anche il significato "spirituale" della "Carta del pellegrino"! L'arcivescovo ha rimproverato i giornalisti che su questa Carta hanno scritto "in forma lacunosa e imprecisa". Unico scopo della Carta - ha precisato - è "quello di aiutare il pellegrino a vivere nel miglior modo possibile la dimensione spirituale del Giubileo e a guidarlo nel suo cammino di riconciliazione con Dio e con i fratelli". Per questo - ha aggiunto - la Carta è "indispensabile" se il pellegrino vuole evitare "il pericolo di trovarsi sballottato da mille situazioni e imprevisti che potrebbero turbare la sua tranquillità di spirito". Ed è talmente "indispensabile" da essere l'unica "certezza" di poter partecipare agli eventi previsti dal calendario del Giubileo. Mons. Sepe ha tenuto a rispondere a quanti "erroneamente", con "interpretazioni prive di fondamento", hanno scritto che per partecipare alle celebrazioni bisogna pagare. Non è vero - ha detto il prelato - la partecipazione è gratuita, ma la Carta (che si paga, ndr.) "è il mezzo più sicuro di partecipazione. È un po' come succede per chi vuole viaggiare in treno. Chi si prenota, è sicuro del posto... chi invece non si prenota, corre il rischio di non trovare il posto o di viaggiare in piedi". (...).

(da Adista n. 25/99)

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