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PAX CHRISTI: VESCOVI ITALIANI, CONDANNATE APERTAMENTE LA GUERRA

Tratto da: Adista Documenti n° 74 del 27/10/2007

29785. BISCEGLIE-ADISTA. Una lettera a tutti i vescovi italiani per invitarli ad "uscire allo scoperto" nell'aperta condanna della guerra. È l'ultima iniziativa di Pax Christi, che riprende l'accorato appello lanciato da don Tonino Bello, il compianto vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi Italia, in occasione della guerra del Golfo: "Se tacciamo noi, eredi della profezia di Cristo, chi si assumerà il compito di dire alla terra che, scivolando sui binari che ha imboccato, corre inesorabilmente verso la sua distruzione?". "Attraversiamo - si legge nella lettera - un momento drammatico per le nostre coscienze di uomini, di donne, di cristiani per un conflitto che, come tutte le guerre, è iniziato con asserite motivazioni di diritto e giustizia e chiara affermazione di limiti ben precisi e si sta avvitando invece in una spirale di violenza crescente e di inaudite sofferenze di popoli interi". Di fronte al "crescente disorientamento" e all'"erosione progressiva della speranza", Pax Christi sottolinea "l'esigenza di una parola forte, calda che ci aiuti a leggere la realtà che attraversiamo e restituisca fiducia e speranza in un futuro possibile". Al di là dello "straordinario magistero" papale, da Pio XII all'attuale pontefice, quello di cui si sente bisogno, secondo Pax Christi, è la "voce più vicina dei nostri pastori", di "quelli che incontriamo nelle nostre assemblee liturgiche e nella vita quotidiana". Da qui la richiesta a tutti i vescovi italiani "di uscire allo scoperto, abbandonando tante pur comprensibili prudenze e opportune circospezioni, dettate dalle logiche umane. Pensiamo che nessuna neutralità è possibile in presenza di una eredità come quella di Gesù". Quello rivolto ai vescovi non è del resto l'unico appello lanciato da Pax Christi. Al termine del convegno "Primo: gli ultimi. Il Vangelo della Pace nella testimonianza di La Pira, Milani, Balducci", che Pax Christi ha organizzato a Firenze il 10 e l'11 aprile, è stato emesso un documento in cui, ribadendo con don Lorenzo Milani che "l'obbedienza non è più una virtù", si chiede "a tutti i militari, anche quelli della Nato, soprattutto se credenti in Cristo, di interrogare la propria coscienza se sia lecita moralmente la partecipazione alle azioni di guerra"; "ai cappellani militari di valutare se il loro ministero esprima fedeltà al Vangelo della Pace"; "alla Chiesa italiana e alle singole comunità cristiane di ispirarsi alla parresia (franchezza evangelica) di cui La Pira, Milani e Balducci possono definirsi maestri per condannare senza mezzi termini la guerra ed affermare il valore della nonviolenza attiva". Una richiesta è stata avanzata anche al governo italiano e ai Paesi dell'Unione Europea affinché venga offerta "ospitalità e legittimazione a quanti, rifiutandosi di impugnare le armi, abbandonano le file dell'UCK o delle forze armate serbe".  (da Adista n. 31/99)
 

 

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