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LA TRISTE PARABOLA DEL PRESIDENTE LULA: DALL’ALLEANZA CON I SENZA TERRA ALLA RESA AI LATIFONDISTI

Tratto da: Adista Documenti n° 77 del 11/07/2009

DOC-2166. BRASILIA-ADISTA. Avrebbe risolto la questione della riforma agraria con un tratto di penna. Così aveva dichiarato Lula, quando ancora aspirava alla presidenza del Brasile. Ottenuta finalmente la carica, la riforma agraria ha invece deciso di affossarla, schierandosi - anche a costo della devastazione della foresta amazzonica - proprio con quella bancada ruralista (il settore dei latifondisti al Congresso) che, da candidato, aveva sempre fermamente combattuto. Nient’altro che questo significa l’approvazione della “Misura Provvisoria 458”, il provvedimento legislativo che legalizza il grilagem (l’appropriazione da parte di privati di terre pubbliche attraverso la falsificazione dei certificati di proprietà), trasferendo 67,4 milioni di ettari di terre pubbliche dell’Amazzonia (pari al territorio dell’Italia e della Germania messe insieme) a soggetti privati che dimostrino la propria presenza su queste terre prima dell’1 dicembre del 2004. Si tratta di terre appartenenti allo Stato, che, secondo la Costituzione, dovrebbero essere destinate al piano nazionale di riforma agraria, ma di cui la borghesia rurale si è impossessata falsificando i titoli di proprietà, con la connivenza di giudici, ministri, deputati e governatori. E ora, come sottolinea l’editoriale di Brasil de Fato (18/6), la rivista dei movimenti sociali, il governo federale, “invece di processare quanti hanno infranto la legge, ha deciso di premiarli offrendo loro la possibilità di acquistare a un prezzo irrisorio le terre di cui sono entrati in possesso illegalmente”, in vista dell’aumento delle esportazioni di soia, canna da zucchero, carne bovina e legname.

 “Affascinato dal miraggio di diventare lo ‘sceicco dell’etanolo’”, Lula, secondo Brasil de Fato, ha così proceduto alla regolarizzazione delle terre dei grileiros, permettendo così a questi di venderle ai grandi investitori, e distraendo al contempo l’opinione pubblica attraverso la legalizzazione gratuita delle terre fino a 100 ettari. È così che, degli articoli di cui si compone la legge, il presidente ha posto il veto solo a quello che avrebbe permesso il trasferimento di terre pubbliche dell’Amazzonia a imprese e persone che sfruttino solo indirettamente l’area o abbiano immobili rurali in altra regione del Paese. Veto che non ha impedito ai latifondisti di esultare, dichiarando, per bocca della senatrice Kátia Abreu, leader della bancada ruralista al Senato, che, “anche così, la Mp è buona per il Brasile e buona per l’Amazzonia”. E convinto della bontà della misura si è detto ovviamente il presidente, secondo il quale i movimenti sociali “non dicono la verità” quando affermano che la Mp 458 incentiva il grilagem di terre: “Quello che vogliamo fare - ha detto - è esattamente garantire che le persone abbiano il titolo di proprietà, per vedere di riuscire a eliminare la violenza in questo Paese”.

Al contrario, per il presidente dell'Associazione Brasiliana della Riforma Agraria (Abra), Plínio de Arruda Sampaio, “questa legge  è stata fatta per legalizzare le terre rubate in Amazzonia. Chi ha falsificato gli atti di proprietà ora venderà queste terre alle grandi imprese nazionali e straniere, che produrranno soia, canna da zucchero, allevamenti di bestiame e sfruttamento di legname. I piccoli proprietari non riusciranno a restare in una regione dominata dall'agrobusiness”.
Resta ora solo la speranza di una Dichiarazione di incostituzionalità da parte del Supremo Tribunale Federale: in caso contrario - come evidenzia ancora Brasil de Fato - “questo episodio resterà segnato nella storia brasiliana come il momento dell’abbondono della riforma graria, dell’abdicazione alla nostra sovranità sull’Amazzonia e della criminale devastazione della Foresta. La storia ne chiederà certamente il conto al presidente Lula e a tutti coloro che hanno taciuto di fronte a questa tragica opzione”.

In prima linea tra coloro che non hanno taciuto c’è sicuramente la Commissione Pastorale della Terra, di cui riportiamo, in una nostra traduzione dal portoghese, la seguente durissima dichiarazione. (claudia fanti)

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