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ALTRO CHE POPOLO INCAPACE DI GESTIRSI: LE ORGANIZZAZIONI HAITIANE PRENDONO LA PAROLA

Tratto da: Adista Documenti n° 15 del 20/02/2010

DOC-2242. PORT-AU-PRINCE-ADISTA. Sono i discendenti degli schiavi neri che si ribellarono al governo coloniale dando vita alla prima Repubblica libera del continente e non hanno perso lo spirito di lotta: è naturale quindi che stia loro decisamente stretta l’immagine che, dopo il terremoto che ha colpito il Paese il 12 gennaio, i mezzi di comunicazione trasmettono del popolo haitiano: di un popolo, cioè, che sarebbe incapace di amministrarsi e meno ancora di gestire l’emergenza. “È falsa l’idea - ha spiegato, in un’intervista apparsa su Rebelión (4/2), la sociologa Leandra Perpétuo, della Confederazione sindacale dei lavoratori delle Americhe, in visita ad Haiti - che la gente sia impazzita e salti sopra chi sta offrendo aiuto. Le persone si mettono in fila per ricevere le provviste, aspettando il proprio turno in maniera tranquilla e ordinata”. E, malgrado l’enorme lutto che ha colpito il Paese, “la gente sta cercando di tornare a vivere: il commercio sta funzionando, le banche funzionano, il trasporto pubblico funziona. Non si vedono tumulti per le strade, né liti. Nei grandi accampamenti, la vita sta fluendo normalmente”.

Ma sono stati gli stessi rappresentanti di organizzazioni popolari haitiane a prendere la parola, il 27 gennaio scorso, per spiegare come gli abitanti si stiano dando da fare per rispondere all’emergenza, e per presentare le strategie necessarie per una ricostruzione democratica e popolare del Paese, sottolineando come non tutti gli aiuti, peraltro indispensabili, abbiano rispettato la dignità e la sovranità del popolo haitiano e denunciando l’intervento militare statunitense nel Paese. “Dobbiamo anche proclamare la nostra collera e la nostra indignazione - scrivono - di fronte all’utilizzazione della crisi haitiana per giustificare l’invasione di 20mila militari nordamericani. Denunciamo quella che può diventare una nuova occupazione militare, la terza della nostra storia da parte di truppe statunitensi”.

Di seguito, in una nostra traduzione dallo spagnolo, il comunicato delle organizzazioni popolari haitiane. (claudia fanti)

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