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Dagli Appennini alle Ande, in cerca di «germogli salvifici» per l’Europa e per il mondo

Tratto da: Adista Documenti n° 35 del 06/10/2012

DOC-2475. ROMA-ADISTA. È all’America Latina come «specchio e al tempo stesso cattiva coscienza dell’uomo bianco europeo», ma anche, forse, come «uno dei luoghi ove poter intravedere germogli salvifici per il futuro del Vecchio Continente e del mondo tutto» che è stata dedicata, dal 25 al 29 agosto scorso, la diciannovesima edizione della Summer School on Religions in Europe, fondata e diretta da Arnaldo Nesti, svoltasi a San Gimignano per l’undicesima volta consecutiva (da quando cioè l’Associazione per lo studio dei fenomeni religiosi di Firenze e il Comune di San Gimignano hanno dato vita al Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo, Cisreco), sul tema “Immaginari del cambiamento. Religioni e sviluppo economico in America Latina”.

Non si può parlare, infatti, dell’America Latina, senza affrontare il tema delle religioni, a cominciare dal cattolicesimo: quello legato alla Teologia della Liberazione, combattuto e represso, che «ha dato sangue e anima alle rivoluzioni politiche pacifiche dell’ultimo quindicennio in America Latina», e quello ufficiale, gerarchico, spesso colluso con il potere economico, che «da tempo inanella pesanti sconfitte di fronte all’insorgente pentecostalismo e ai movimenti carismatici». Ma l’edizione di quest’anno della Summer School on Religions - «dedicata idealmente a Fernando Lugo, legittimo presidente della Repubblica del Paraguay, defenestrato da un golpe silenzioso, concepito all’ombra dei bigliettoni color verde e benedetto dai soliti noti» (a concludere i lavori è stata proprio la teleconferenza del presidente deposto) - ha posto fortemente l’accento anche sull’irruzione dei popoli indigeni e, collegata a questa, sulla forte dimensione di progettualità che l’ha accompagnata e continua ad accompagnarla: è infatti dal recupero delle culture originarie che «si stanno facendo strada termini e concetti» come quello del buen vivir, diventato un punto centrale di riferimento per ogni riflessione su un nuovo modello di civiltà, a cominciare da quella legata alla definizione del socialismo del XXI secolo, a cui si richiamano, tra non poche contraddizioni, alcuni governi latinoamericani.

«In un momento in cui - ha evidenziato Arnaldo Nesti - si rende sempre più drammatico il senso e il destino dell’euro e, in genere, dell’Europa, in modo particolarissimo, sulle orme di Marco del “Cuore” di De Amicis, riteniamo importante, oltre che suggestivo, rifare il cammino dagli Appennini alle Ande, per andare con la mente e con il cuore ai problemi e alle prospettive dell’America Latina. Le connessioni fra Europa e America Latina sono strettissime. A questi legami l’Europa tutta deve riandare». E, dunque, «occuparsi oggi di America Latina non è un optional accademico, ma un dovere per scrutare i segni del futuro civile del mondo in mutamento».

Di seguito, tra i tanti interventi che si sono tenuti lungo i cinque giorni della Summer School, riportiamo ampi stralci di quello di Aldo Zanchetta, della Fondazione Neno Zanchetta, tra i massimi esperti dei movimenti indigeni e sociali dell’America Latina, su “Il volto indio di Dio. La teologia e la pastorale india di don Samuel Ruiz nella diocesi di San Cristóbal de Las Casas”. (c. f.)

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