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Miracoli in piazza

Miracoli in piazza

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 23 del 24/06/2017

L'aumento, stabilito per decreto ministeriale, del numero dei vaccini obbligatori e l'obbligo di vaccinazione per l'iscrizione al sistema scolastico dei bambini fino a sei anni, ha scatenato proteste in tutta Italia, confluite nella manifestazione nazionale dell'11 giugno a Roma. L'imposizione ex lege di un trattamento sanitario ha avuto come effetto per nulla collaterale che finisse in secondo piano il nodo centrale della questione: a che serve un vaccino? Il buon senso dice che la risposta può darla solo un professionista. Eppure in televisione e sui media generalisti si sono sprecati i confronti pari a pari tra agguerritissimi genitori anti-vax e medici, come se l'efficacia di un vaccino o la necessità di vaccinarsi dipendesse dall'appeal di un'opinione piuttosto che dell'altra e non dall'evidenza empirica. «Mi rifiuto di vaccinare la mia bimba, la porterò a scuola e farò causa allo Stato in sede penale, civile e amministrativa», ha detto la mamma Ana Diana Demian di fronte a un perplesso professor Fabrizio Pregliasco, immunologo dell'Università di Milano. «Questa legge - prosegue Demian che a Parma coordina un gruppo di genitori sotto la sigla Lov, Liberi dall’obbligo vaccinale - la considero un vero sopruso, non c’è nessuna urgenza reale, nessuna situazione straordinaria. Sto scrivendo una denuncia da portare in procura. La cosa paradossale è che io sono vaccinata per tutto, anche per la Tbc. Ma per mia figlia voglio la libertà di scegliere». Quindi la stoccata finale: «Dopo tanti scandali nella sanità, dovrei fidarmi? Non credo proprio». Concetti superficiali mescolati confusamente e genericamente tra loro (la mala sanità, le vaccinazioni, l'allusione alla pericolosità dei vaccini) senza alcun dato statistico validato a sostegno. Anche perché non ce ne sono. Farebbero sorridere se non ci fosse di mezzo la salute delle persone, i bambini e gli anziani in particolare, e se certe idee non fossero diffuse al punto da essere condivise tra le migliaia di persone scese in piazza a manifestare non tanto contro l'obbligo di vaccinarsi quanto contro l'idea propalata da “medici al soldo delle multinazionali farmaceutiche” secondo cui vaccinarsi è necessario se non addirittura vitale per la salute pubblica. Il punto è che quando un medico spiega perché vaccinarsi può essere indispensabile non sta esprimendo un'opinione come un'altra, equiparabile alle convinzioni di persone che con la scienza medica non hanno nulla a che fare. La libertà di scelta che invoca Ana Diana Demian è un diritto inalienabile. Ma una scelta per essere libera deve essere consapevole. La sensazione è che tra chi è sceso in piazza questa consapevolezza scarseggi quanto il rapporto con la realtà. A Salvo Di Grazia, ginecologo e divulgatore scientifico ho chiesto di recente: a cosa serve la scienza? «A mostrarci la realtà, solo che molte volte la realtà non vogliamo vederla e preferiamo il miracolo, molto più bello, colorato, entusiasmante. Fino a quando non svanisce». Penso che non ci sia null'altro da aggiungere.

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