
Dopo Macerata, un appello contro le parole d'odio della stampa
«Le parole sbagliate spingono tutti verso il fondo» e «chi usa le parole d'odio è complice di chi spara». Contro l'hate speech, e in sostegno ad una narrazione lontana da ogni forma di buonismo, ma corretta e informata, si sono schierati Associazione Carta di Roma, Articolo 21, Fnsi, Ordine dei giornalisti e Usigrai. In seguito alla pubblicazione, a gennaio, del Quinto Rapporto Carta di Roma 2017 “Notizie da paura” – che rivela un incremento dei toni allarmistici o razzisti e di un'informazione distorta nei media italiani (qui il documento integrale) – e alla luce dei drammatici fatti di Macerata, che hanno infiammato il dibattito pubblico con toni spesso inquietanti, gli organismi hanno lanciato un accorato appello ai media nazionali.
Il monitoraggio continuo della stampa, infatti, registra sempre più casi di un'informazione aggressiva e discriminatoria, che punta il dito contro migranti e rifugiati con titoli allarmanti e scorretti, come “Per avere meno stupri servono meno migranti”, “Per i clandestini tolgono i soldi alle scuole”, “I soliti africani”, ecc. Emblematico è stato il caso del controverso editoriale “Bastardi islamici”, firmato il 13 novembre 2015, dopo la strage di Parigi, da Maurizio Belpietro, allora direttore di Libero. il Tribunale di Milano, un paio d'anni dopo, ha assolto l'attuale direttore della Verità, ma «il buon senso non può non giudicare un’aggressione violenta e generalizzata che nulla ha a che fare con il giornalismo», si legge nell'appello: «Questo complessivo innalzamento di toni è arrivato a legittimare azioni discriminatorie e razziste, e chi ha scelto questa strada, l’ha percorsa deliberatamente e con consapevolezza».
I promotori dell'appello invitano a «percorrere una strada differente, una strada fatta di ponti, non muri. Una strada lunga, come i fatti di Macerata ci suggeriscono, e condivisa da tutti coloro che credono nella coesione e non nella divisione, ma sopratutto che credono nella Costituzione italiana che dice chiaramente che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. La Costituzione è antifascista e antirazzista, e su questi stessi valori si fonda l’articolo 21 che difende la libertà di stampa. Il codice deontologico Carta di Roma – qui il testo completo – è per la verità sostanziale dei fatti e oggi è più attuale e necessario che mai, se non vogliamo permettere all’odio di vincere, diventando complici del male. Il nostro appello è rivolto a tutti i giornalisti che invitiamo al rispetto della Carta, e a tutti i cittadini a cui chiediamo di leggerla e diffonderla».
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