
A Mimì Lucano Laurea Honoris Causa in "Utopia" dell'università del Bene Comune
VERONA-ADISTA. Il 27 ottobre, l'Università del Bene Comune di Sezano ha conferito due lauree honoris causa in Utopia, nell'ambito dell'iniziativa arrivata alla sua decima edizione, che vede la partecipazione dell'Associazione Monastero del Bene Comune e della Comunità degli Stimmatini. La scelta è caduta su Donatella Di Cesare, filosofa, e sul sindaco di Riace, Mimì Lucano. Così la motivazione: «La scelta del comitato per questa edizione - decisa a giugno del 2018 - è caduta su due testimoni della resistenza politica, civile e intellettuale in nome dei diritti di tutti gli esseri umani e di un mondo fraterno di comunità umane in pace fra loro e in armonia con la natura, un mondo libero dalla xenofobia e dal razzismo che sembrano pervadere l'intera Europa». «Un'autorità aperta e accogliente delle esperienze di politica sociale - si aggiunge in particolare per il sindaco - nate dalle comunità, un'autorità che riconosce il valore fortemente democratico delle esperienze sociali promosse dai cittadini che si impegnano a realizzare ciò che la nostra Costituzione ha con lungimiranza e saggezza previsto, è l'autorità a cui ciascuno di noi ha diritto».
In una lettera - datata "Fuori di Riace, 25 ottobre 2018" e indirizzata all'Università del bene Comune di Sezano nella persona del fondatore Riccardo Petrella - la risposta di Mimì Lucano, esiliato dal suo Riace. Di seguito in versione integrale.
«Caro prof. Petrella,
scrivo a te per ringraziare l’Università del Bene Comune (UBC) di cui sei stato fondatore con tante altre personalità e sei tuttora uno dei maggiori esponenti, per aver pensato di attribuire a me, per l’esperienza di Riace, la laurea honoris causa in Utopia.
Un riconoscimento che mi onora, per la particolarità della laurea e dell’istituzione, in maniera sinceramente diversa dei tanti riconoscimenti che in questi anni mi sono stati sorprendentemente attribuiti.
Dico sorprendentemente, perché penso di non aver fatto niente di eccezionale. Come ho sempre detto, ho solo risposto, con altri miei amici e concittadini, in maniera del tutto naturale a una richiesta di aiuto di tante persone disperate, in fuga da persecuzioni, guerre, fame, miseria. Persone bisognose di tutto. In primo luogo di calore umano e rispetto.
Doti che si ritrovano nella storia di una terra, la mia, difficile, ferita e sfregiata da fenomeni di violenza criminale, dall’emigrazione costante delle sue forze più giovani e vitali, dalla disoccupazione, dall’abbandono e dal dissesto, ma che affonda le sue radici nella Magna Grecia, nel suo senso e nella sua cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità e che sa produrre grandi utopie.
Forse non è un caso che Riace, il cui senso di ospitalità è bene espresso nel motto “Trasite, Favorite”, diventato il titolo del primo libro su questa esperienza, di Chiara Sasso e Giovani Maiolo, due dei suoi più impegnati protagonisti, si trovi a poco più di 15 chilometri da Stilo, luogo di nascita di Tommaso, al secolo Domenico, Campanella. Ho risposto a quella situazione imprevista come potevo fare io e un gruppetto di amici di un piccolo paese della Jonica reggina, a pochi chilometri da Roccella, dove tu, mi è stato detto, hai vissuto tanta parte della tua adolescenza e prima giovinezza.
Questa normale risposta a un’emergenza è diventata il detonatore di un sogno e di un sentimento.
Ha dato slancio e forza alla volontà di ridare una possibilità di vita nuova a chi fuggiva da condizioni inumane e a chi resisteva alla morte lenta di una comunità.
Da lì è partito il percorso che ha dato vita alla Riace di oggi e che ne ha fatto un riferimento per quanti hanno come orientamento del proprio vivere l’umanità, l’incontro, la solidarietà, il rispetto della natura e di tutti gli esseri viventi.
Questa faticosa ma bella costruzione oggi è pesantemente sotto attacco, ma questo attacco, intriso anche di odio, che oggi la tiene sotto scacco, la renderà più forte e più viva col contributo di tutti quelli, singoli, associazioni, istituzioni, che ne hanno sostenuto il cammino e di tanti altri che si stanno aggiungendo in questo momento di difficoltà.
Anche l’UBC, un’università anomala, alla cui nascita e percorso hanno contribuito anche due amici di Riace, Tonino Perna e Mimmo Rizzuti, con questo riconoscimento ci aiuta a tenere duro e ad andare avanti.
A te e a questa particolare università con le sue facoltà dell’acqua, dei beni comuni, della mondialità, chiediamo di aiutarci organizzando a Riace, appena la situazione lo consentirà, un corso sulla nuova avventura che vi accingete a percorrere, in nome dell’umanità.
Un corso sul tema dell’Agorà degli abitanti della Terra del prossimo 13/16 dicembre a Sezano: “L’audacia nel nome dell’umanità”. “L’umanità deve organizzarsi ed esistere come soggetto principale di autoregolazione del vivere insieme su scala globale, responsabile della vita sulla e della Terra. Nella concreta convinzione utopica che sia possibile pensare e dare alla luce un futuro più felice e giusto per l’umanità e per ogni uomo, donna e vivente”
Se volete, con molta modestia, senza alcuna elaborazione teorica, è quello che abbiamo provato a fare a Riace.
Un ringraziamento sincero ed un caloroso saluto,
Domenico Lucano»
*Foto di Pierviencenzocanale tratta da Flickr immagine originale e licenza
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