
Il virus, le armi e la pace mancata. Un appello e un invito dalla Marcia PerugiAssisi
Il “fallimento” della pace, confermato nei gironi scorsi del segretario generale della Nazioni Unite, Antònio Guterres, che invano ha invocato in tempo di pandemia un “cessate il fuoco globale”, è al centro dell’ennesimo appello del Comitato promotore della Marcia PerugiAssisi.
Forte del sostegno di papa Francesco – che sabato scorso, al termine del rosario nei Giardini vaticani, ha invocato un «orizzonte di speranza e di pace», chiedendo a Maria di toccare «le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro» – ritorna sullo spinoso tema: «Le armi si continuano a produrre, sviluppare, vendere e usare sottraendo immense risorse alla cura della vita e della salute della famiglia umana e del pianeta. Contro questa drammatica realtà è necessaria una mobilitazione popolare. Una vasta e intensa mobilitazione di tutte le donne e gli uomini amanti della pace per chiedere insieme a papa Francesco che almeno in questo momento si smetta di spendere soldi per le armi e la guerra».
Il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana, Il Comitato della Marcia PerugiAssisi (che si svolgerà l’11 ottobre 2020) ha organizzato, alle ore 17, un evento online (questo il link Zoom per partecipare al meeting). Un «incontro online dei Costruttori di pace» al quale parteciperanno «giovani, studenti, volontari, insegnanti, amministratori locali, esponenti laici e religiosi di diverse istituzioni, organizzazioni e associazioni, giornalisti e artisti».
«Il 2 giugno – ha dichiarato Flavio Lotti, coordinatore della Marcia PerugiAssisi – riuniti attorno ai grandi valori della nostra Costituzione, vogliamo riflettere insieme sulle cose che dobbiamo fare, come cittadini e come popolo, per affrontare non solo le conseguenze del coronavirus ma anche i grandi problemi che stanno investendo il nostro Paese e il resto del mondo. Problemi molto concreti, non idealistici o ideologici. Problemi che coinvolgono miliardi di persone dentro e fuori il nostro paese e richiedono scelte e atteggiamenti altrettanto concreti. Oggi più che mai sentiamo l’urgenza di prenderci cura gli uni degli altri e del pianeta e investire sulla sicurezza umana; costruire l’economia della cura e del bene comune; investire sui giovani e realizzare un nuovo patto educativo».
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